Il piccolo Jad con il papà
Chiedo, per favore, un minuto per questo bambino siriano. È Jad, nemmeno cinque anni. “È” anche se è morto pochi giorni fa, ucciso da una leucemia che, dicono i medici, avrebbe potuto essere curata, anche se forse non vinta, a patto di avere le medicine giuste.
Jad, poco prima di morire, ucciso dalle criminali sanzioni USA-UE
Quelle medicine che in Siria non arrivano a causa delle sanzioni. “È” perché Jad non c’è più ma tanti altri bambini malati come lui ci sono ancora, e forse moriranno per la stessa ragione: perché a Washington e a Bruxelles hanno deciso che le medicine non devono arrivare ai siriani. Fermiamo questa follia.
Qualunque cosa si pensi di Bashar al-Assad, una cosa è certa: le sanzioni non serviranno allo scopo di chi le promulga (appunto, cacciare Assad) ma solo a far soffrire la gente comune.
Le sanzioni non hanno mai “funzionato”. Mai. Non a Cuba, non in Iran, non in Russia, per fare solo qualche esempio.
Nessuna politica è cambiata, nessun leader se n’è andato. Chissà se Jad sarà mai compianto da qualche buon Cristiano.
Certo, occuparsi anche dei siriani che non hanno il certificato di garanzia “anti-Assad” non è fine, non porta medaglie, non ti autorizza a sentirti “democratico”, non ti fa incontrare i pezzi grossi e magari ti fa perdere qualche collaborazione. Ma come diceva quel tale: qualcuno deve pur farlo.