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Cuba ha assunto la presidenza del G77 + Cina, il gruppo che riunisce 134 Paesi in via di sviluppo. Il presidente Díaz-Canel ha invitato i Paesi membri a mantenere l’unità, e ha promesso di agire nell’interesse del Sud del mondo e contro l’ordine ingiusto e diseguale che pervade il pianeta.
Il Gruppo dei 77, noto anche come G77 o G77 + Cina, venne creato il 15 giugno 1964 con la sottoscrizione della Dichiarazione unitaria dei 77 Stati da parte della maggioranza dei Paesi in via di sviluppo allora indipendenti. Nel corso del tempo, il G77 ha portato il numero dei suoi membri fino a 134, ma il nome ufficiale del gruppo è rimasto invariato. La Repubblica Popolare Cinese non si considera ufficialmente membro del gruppo, pur essendolo di fatto, e per questo nei comunicati ufficiali viene utilizzata la definizione G77 + Cina.
Nel 2022, la presidenza del G77 era stata occupata dal Pakistan, che aveva ottenuto questo incarico per la quarta volta nella storia del gruppo. Il 12 gennaio, il governo pakistano ha effettuato il passaggio di consegne nei confronti di Cuba, che presiederà il G77 nel 2023.
All’incontro di inaugurazione, il presidente Miguel Díaz-Canel Bermúdez e il ministro degli Esteri cubano Bruno Rodríguez Parilla hanno riconosciuto l’importanza per Cuba di presiedere questo spazio rappresentativo delle nazioni. Di seguito la traduzione integrale del discorso del presidente cubano.
Unità è la parola d’ordine in questi tempi difficili.
Il discorso di Miguel Díaz Canel
A nome del popolo e del governo di Vuna, ringrazio profondamente il Gruppo dei 77 più la Cina per la fiducia accordata a Cuba per presiedere quest’anno questo vasto e rappresentativo universo di nazioni.
Lodiamo anche il lodevole lavoro svolto dal Pakistan a capo del Gruppo nel corso del 2022.
Siamo molto onorati di rappresentare questo gruppo eterogeneo e fiorente in tempi di sfide monumentali per i Paesi in via di sviluppo.
Assumiamo questo incarico con totale dedizione e l’impegno già provato che non deluderemo mai le nazioni con le quali condividiamo una storia di soprusi a cui sono stati sottoposti i nostri popoli, ma consapevoli di essere uniti anche negli obiettivi e nelle speranze.
Questo ci rende davvero orgogliosi del prezioso patrimonio che siamo riusciti a forgiare come Gruppo in quasi sei decadi di esistenza, tanto quanto impressiona il percorso che ci attende nel vedere affermazioni autentiche, comuni e storiche. Per loro lotteremo con la certezza che, nella diversità, condividiamo la stessa aspirazione a vivere in un mondo migliore e più giusto.
Le nostre nazioni continuano ad essere nella retroguardia dello sviluppo globale, portando sulle spalle le conseguenze di molteplici crisi e disuguaglianze derivate dall’ingiusto ordine internazionale attuale.
Si tratta di un ordine profondamente antidemocratico volto a perpetuare lo squilibrio che, nonostante le esigenze storiche dei Paesi di questo Gruppo, mantiene la ricchezza di pochi a scapito dell’impoverimento della maggioranza, mantenendo i popoli in una condizione economica e sociale di permanente svantaggio e condannandoli al sottosviluppo, alla povertà e alla fame.
Non è qualcosa che diciamo per la prima volta. Fin dalla sua fondazione nel promettente decennio degli anni ’60 del secolo scorso, il Gruppo dei 77 ha chiesto di cambiare l’ingiusto ordine globale per uscire dalle condizioni di assoluto svantaggio in cui ci hanno gettato secoli di colonialismo e dipendenza. E tutti i consessi sarebbero troppo pochi per ripeterlo abbastanza.
Nel 1979, lo storico leader della Rivoluzione Cubana ci definì con parole indimenticabili. Fidel Castro disse: “Se il Movimento dei Non Allineati, nato qualche anno prima, è diventato la coscienza politica dei Paesi che uscivano dal colonialismo e dal neocolonialismo e cercavano di raggiungere pienamente la loro indipendenza, il Gruppo dei 77 è nato come la sua coscienza economica“.
Questa consapevolezza è ciò che ha favorito l’unità tra Paesi, regioni, identità, culture e livelli di sviluppo così diversi. E la storia ci ha confermato il valore dell’unità. Ci siamo impegnati dalla prima Conferenza dell’UNCTAD, la Dichiarazione su un Nuovo Ordine Economico Internazionale, attraverso il Vertice di Rio, il trattamento speciale e differenziato, l’obiettivo dell’Aiuto Ufficiale allo Sviluppo, fino all’Agenda d’Azione di Addis Abeba e gli ambiziosi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Il Sud è stato la pietra angolare dei negoziati multilaterali per lo sviluppo.
Per far capire che “c’è anche il Sud”, come scriveva il poeta latinoamericano Mario Benedetti, abbiamo agito insieme. Ed è con la forza di quei due terzi del mondo che rappresentiamo che siamo riusciti a portare avanti determinati obiettivi e ideali; ma restano in sospeso molte questioni sostanziali, alle quali si aggiungono ora i problemi del mondo post-pandemia.
Come ha riconosciuto il Segretario Generale delle Nazioni Unite davanti al Gruppo dei 77 più la Cina, lo scorso settembre: “Mentre si procede verso la metà dell’Agenda 2030, lungi dal migliorare, il mondo sta regredendo“.
“La pandemia di COVID-19 e una ripresa irregolare ci sono costati almeno tre anni di progressi, mentre i Paesi in via di sviluppo annegano nei debiti, senza spazio fiscale o accesso a risorse finanziarie da investire nella ripresa“.
Oggi più che mai è imperativo raggiungere il consenso su questioni che ci riguardano come Paesi e come gruppo. Solo su questa strada potremo avvicinarci alle aspirazioni dei popoli storicamente negletti e al loro anelito di giustizia sociale.
Eccellenze:
In questi tempi difficili e convulsi, proliferano le scommesse per fratturare i Paesi del Sud. Insegniamo una lezione di unità! Dimostriamo il valore della cooperazione e della solidarietà!
Come proclamava Fidel, fondatore e instancabile difensore dell’unione, come premessa imprescindibile di ogni azione: dobbiamo unirci in questi tempi per costruire il domani che aneliamo, per vendicare coloro che sono sempre stati esclusi, per riscattare la fede nell’umanità!
Contate pure su Cuba e sul suo invariabile impegno a lavorare instancabilmente, insieme a tutti i membri di questo gruppo essenziale, in difesa degli interessi supremi delle nostre nazioni.
Anche Cuba conta su di voi e spera che lo spirito di unità e solidarietà che ha dato vita al Gruppo dei 77 più la Cina prevalga sui meschini interessi di coloro che cercano di mantenere inamovibile l’attuale ingiusto ordine economico.
Crediamo fermamente nel multilateralismo e nell’incommensurabile potere dell’unità nella diversità che il Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, leader della Rivoluzione cubana, ha difeso come bandiera e guida per la costruzione del consenso essenziale per superare le sfide attuali e costruire il giusto mondo a cui aspiriamo.
Sarà sempre il tempo dell’unità, ma oggi è un imperativo, la più grande di tutte le urgenze! Articoliamo azioni per rompere, finalmente, i nodi che attanagliano le possibilità di un reale progresso dei popoli. Essi hanno diritto a un’esistenza più umana, esaltante e dignitosa, ed è dovere dei loro leader lottare per essa. Possiamo farlo!
Grazie.