Il 2° Vertice Economico e Umanitario Russia Africa si è tenuto a San Pietroburgo il 27 e 28 luglio 2023. Putin e i leader africani adottano la dichiarazione finale.
Fonte: l’Antidiplomatico
28 luglio 2023
Liberare l'Africa
Il Presidente russo Vladimir Putin, insieme ai leader dei Paesi africani, ha riassunto i risultati del 2° Vertice Russia-Africa.
Ha riferito di aver discusso con i leader dei Paesi africani della situazione in Ucraina. “I leader dei Paesi africani hanno dimostrato la volontà politica di cooperare con la Russia, e noi lo apprezziamo“, le parole pronunciate da Putin.
Mosca, secondo quanto riaffermato dal presidente, aspira a stringere una cooperazione strategica con i Paesi africani, e la stessa intenzione si osserva nei Paesi del continente.
Il presidente ha aggiunto che la Russia e l’Africa ribadiscono la loro posizione sulla formazione di un ordine mondiale giusto e multipolare.
Entrambe le parti hanno concordato di aumentare qualitativamente e quantitativamente gli scambi commerciali e di passare a regolare il commercio bilaterale attraverso le valute nazionali, abbandonando il dollaro statunitense.
“L’obiettivo è aumentare qualitativamente e quantitativamente il commercio reciproco e migliorarne la struttura. Stiamo anche parlando di passare sistematicamente alle valute nazionali, compreso il rublo, nei regolamenti finanziari delle transazioni commerciali”, ha dichiarato Putin a tal proposito.
Dichiarazione finale
La Russia e i Paesi del continente africano hanno approvato la dichiarazione finale del vertice e adottato un piano d’azione congiunto fino al 2026, ha annunciato il presidente russo.
Secondo la dichiarazione, pubblicata sul sito web del Cremlino, la Russia e i Paesi africani hanno concordato di cercare di compensare i danni delle politiche coloniali e di promuovere il ritorno dei valori culturali.
“Cooperazione in ambito politico e legale…. Promuovere il completamento del processo di decolonizzazione dell’Africa e cercare di compensare i danni economici e umanitari inflitti agli Stati africani a causa delle politiche coloniali, compresa la restituzione dei beni culturali sottratti nel processo di saccheggio coloniale”, si legge nel documento.
Si sottolinea inoltre che la Russia e l’Africa si oppongono alle sanzioni unilaterali, comprese quelle secondarie, e al congelamento delle riserve valutarie sovrane.
“Esprimersi contro l’applicazione di misure restrittive unilaterali illegittime, comprese quelle secondarie, nonché contro la pratica del congelamento delle riserve valutarie sovrane. Riaffermare l’inaccettabilità del ricatto politico contro i leader di Paesi terzi per forzare l’applicazione di tali misure o per influenzare il corso politico ed economico degli Stati“, si legge nel testo.
Inoltre, entrambe le parti sono pronte a cooperare sotto gli auspici delle Nazioni Unite per garantire la sicurezza dell’informazione, afferma il comunicato.
Viene inoltre sottolineato che Mosca e il continente africano condannano fermamente e inequivocabilmente il terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni, così come tutti gli atti terroristici.
“Invitiamo l’intera comunità internazionale a unire gli sforzi per sradicare le minacce terroristiche sotto il ruolo centrale e di coordinamento delle Nazioni Unite”, sottolinea il documento.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha spiegato che “l’incontro vero e proprio, quello che viene chiamato vertice” si è tenuto il 28 luglio.
L’evento principale è stata la sessione plenaria, alla quale hanno partecipato Putin e i 17 leader africani giunti a San Pietroburgo. In totale, al Forum e al Vertice Russia-Africa erano presenti delegazioni di 49 Paesi africani.
Come evidenziato anche da media occidentali come il New York Times, il vertice ha confermato che la Russia è tutt’altro che isolata sullo scacchiere internazionale al contrario di quanto vorrebbero far credere Stati Uniti e paesi vassalli.
Il vertice Russia-Africa di San Pietroburgo ha fornito a Vladimir Putin l’opportunità di rafforzare le relazioni con il continente nero con il quale la Russia, così come la Cina e gli altri paesi appartenenti al cosiddetto Sud globale, stanno costruendo il nuovo ordine multipolare.
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