Foto: Dr.med. Mario Alerci e Dr. med. Francesco Antonucci in visita al “Policlínico Docente Ramón López Peña”, Santiago de Cuba
“…C’è molto da fare. […]
Non possiamo deludere la fiducia che
il popolo cubano ha riposto in noi.
Dobbiamo stabilire misure approfondite
per dare più benessere e salute al popolo.
Non dobbiamo aspettare che le malattie
che giungano con la loro terribile minaccia,
dobbiamo prevenirle, dobbiamo evitarle.
I piani sanitari devono essere elaborati ora…”
Fidel Castro Ruz, 17 ottobre 1962
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Sguardo sulla sanità cubana, sotto embargo, nella provincia orientale di Santiago de Cuba dopo il COVID 19.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Autori:
Dr.med. Mario Alerci e Dr.med. Francesco Antonucci
Foto: da sinistra a destra, il Dr.med. Mario Alerci, il Dr.med. José Daniel Pascual e il Dr.med. Francesco Antonucci all'ospedale Saturnino Lora, Santiago de Cuba
Santiago de Cuba, 3 aprile 2023
Insieme al nostro accompagnatore ed amico Hector, funzionario della Dirección Provincial de Salud di Santiago, ci rechiamo di buon mattino all’ Hospital Infantil Norte per visitarne il reparto di radiologia. Veniamo accolti dalla primaria dr.ssa Mariela Cuza e da altri medici dello staff ospedaliero, sia radiologi che pediatri.
L’ospedale cura prevalentemente bambini con problematiche internistiche, quindi affetti da malattie infettive, nefropatici, disturbi gastrointestinali, pneumopatie, cardiopatici.
La sala di radiologia che ci viene mostrata, adiacente al pronto soccorso, è adibita all’esecuzione di esami radiologici convenzionali, essenzialmente studi del torace e dello scheletro, ed è l’unica in funzione in tutto l’ospedale. La strumentazione in sé è funzionante, anche se chiaramente insufficiente per il carico di lavoro, e le radiografie devono ancora essere ottenute attraverso lo sviluppo a mano delle pellicole, utilizzando ancora le tradizionali camere oscure con le relative vasche contenenti i liquidi di sviluppo e fissaggio.
Tale metodo qui in Svizzera ed in Europa in genere, era in uso circa 50 anni fa.
Ci portano quindi a visitare una seconda sala di diagnostica dove è presente un apparecchio ecografico utilizzato essenzialmente per lo studio dell’addome dei bambini. L’ecografo risale all’incirca al 2010, ed appare funzionante in parte, con il pannello di controllo tipo touchscreen che non risponde in modo completo ai comandi, impedendo quindi di accedere completamente a tutte le funzioni dell’apparecchiatura.
Ci siamo recati a Santiago de Cuba dal 29 marzo al 16 aprile di questo anno, su invito di Mark Kuster, un cittadino svizzero , originario del canton Zurigo , che da oltre 20 anni si è stabilito a Cuba, nella provincia orientale. Lì ha fondato un’associazione di aiuto umanitario, chiamata CAMAQUITO, attiva soprattutto nel campo del sostegno giovanile, ma da qualche tempo ha mostrato interesse anche verso il settore della salute. E quindi ha chiesto a noi, medici e con esperienza più che quarantennale nel campo della radiologia medica, di visitare siti e istituzioni sanitarie, come ospedali, poliambulatori, centri specialistici, al fine di valutare la situazione e le esigenze di tali strutture localizzate a Santiago de Cuba e nella sua provincia, in particolare nello specifico ambito della radiologia medica.
La città di Santiago de Cuba conta una popolazione di circa 500.000 abitanti, e tutta la provincia poco oltre 1.000.000.
Durante il nostro soggiorno abbiamo avuto accesso ai reparti di radiologia di 11 ospedali, di 4 poliambulatori, di 2 centri di genetica medica, nonché abbiamo anche visitato un reparto di neonatologia, uno di dialisi e uno di angiologia.
La situazione per quanto riguarda il campo delle attrezzature radiologiche, è molto deficitaria e ricalca quasi dappertutto quanto evidenziato il primo giorno all’Hospital Infantil Norte. In nessun luogo abbiamo trovato un reparto di radiologia completamente attrezzato con moderne apparecchiature. Mancano quasi dappertutto macchinari di fluoroscopia, in tutta la provincia di Santiago, quindi per più di 1.000.000 di abitanti, sono operative tre TAC e una sola Risonanza Magnetica. (in Ticino, per un confronto, per 350.000 abitanti vi sono 14 TAC e 14 Risonanze). Delle 3 TAC solo una è di tipo moderno e di recente acquisizione, mentre le altre due sono piuttosto vetuste, in servizio da circa 20 anni. In un ospedale vi è un’apparecchiatura TAC ferma da circa 4 anni per un guasto che non può essere riparato in loco. Particolarmente sentiti a livello locale sono la penuria di ecografi moderni, e di strumenti di radiologia digitale che permettano di affrancarsi dai vetusti metodi di sviluppo delle pellicole radiografiche. In tale ultimo ambito, la situazione risulta doppiamente penalizzante: infatti non solo si lavora con modalità antiquate, ma a causa dell’embargo economico, finanziario e commerciale USA, in molti ospedali abbiamo riscontrato penuria di pellicole radiografiche, con la conseguenza che si è costretti ad operare una selezione molto rigida di pazienti ai quali eseguire un esame radiologico, mentre in realtà il bisogno sarebbe maggiore.
L’embargo economico, finanziario e commerciale o, meglio, il bloqueo imposto dagli USA da più di 60 anni alla repubblica cubana, rappresenta il maggior ostacolo affinché Cuba possa dotarsi di strumenti radiologici al passo con i tempi. Infatti a causa di tale embargo, la maggior parte delle ditte produttrici di apparecchiature radiologiche non ha rapporti commerciali con il governo cubano, con solo qualche eccezione costituita da alcune ditte giapponesi.
In più qualsiasi transazione bancaria internazionale risulta ostacolata sempre dall’ostracismo americano, con il risultato di una situazione economica in generale assai precaria a Cuba. Nel periodo in cui abbiamo soggiornato a Santiago, era particolarmente sentita la penuria di carburante per i mezzi di trasporto. Tutto ciò può portare ad un senso di frustrazione presso la popolazione, ed infatti, a quanto sembra, circa 200.000 persone hanno lasciato l’isola negli ultimi 2-3 anni, soprattutto giovani, nella fascia di età compresa entro i 40 anni.
Se è vero ciò, però è anche vero che durante il nostro tour nelle varie strutture sanitarie abbiamo incontrato persone competenti e con un grado di preparazione elevato, che hanno sempre dimostrato un attaccamento ed una dedizione al lavoro encomiabili, anche se svolto in condizioni assai difficili come detto. L’espressione che più di frequante abbiamo sentito pronunciare dal personale sanitario, sia medici che tecnici, è stata : “ abbiamo poco, ma questo poco cerchiamo di farlo funzionare al meglio”.
Questo vuol dire che a Cuba, nonostante tutto, esistono ancora, almeno in campo sanitario, persone che resistono alle difficoltà obbiettive di condizioni lavorative difficili, che manifestano orgoglio, interesse per la medicina, grande desiderio di apprendere e propensione all’interscambio e al confronto interculturale, anche se, bisogna dire che in medicina la cultura deve risultare unica in tutto il mondo.
Queste persone quindi costituiscono un capitale umano di straordinario valore, e rappresentano una vera e propria ricchezza per la repubblica cubana, ricchezza che nessun embargo potrà mai scalfire.
Ed ecco che allora si capisce il perché della ottima reputazione di cui il sistema sanitario cubano gode nel mondo. Personale sanitario cubano risulta attivo in vari paesi in virtù di azioni di solidarietà, in aree particolarmente bisognose, per es. Venuezuela, Giamaica, paesi africani come Angola, Tanzania, Mauritania o Gabon, solo per citarne alcuni.
Ma di recenti anche paesi del cosiddetto “occidente” come l’Italia, hanno fatto ricorso all’aiuto di medici cubani, e precisamente nella regione Calabria, dove mancano circa 2500 medici, e dove è previsto l’arrivo di circa 500 medici cubani nei prossimi tre anni.
E noi stessi abbiamo potuto toccare con mano che tale reputazione è meritata.
L’organizzazione del sistema della salute cubana prevede una distribuzione capillare di strutture sanitarie, a partire dai consultori familiari raggruppati in “áreas de salud“, poi con i policlinici, strutture poliambulatoriali attive sul territorio, distribuite in modo capillare, sino agli ospedali, molti dei quali con un indirizzo specifico ben definito, oncologico, pediatrico, ostetrico ginecologico, o per le emergenze. Molti di tali ospedali hanno anche un carattere “docente”, vale a dire sono collegati con le università e le scuole di medicina, ed accolgono sia studenti prima della laurea che specializzandi post laurea in varie discipline, con giovani provenienti anche da differenti paesi oltre che cubani. Tale impostazione serve a coprire sia le esigenze di base come pure la medicina di punta, che anche qui viene praticata, basti pensare che prima della pandemia da COVID 19 a Cuba si effetuavano circa 300/400 trapianti di organo ogni anno.
E a proposito di pandemia bisogna ricordare che Cuba ha sviluppato in proprio più di un vaccino che si è rivelato molto efficace nel controllare la malattia e la diffusione del virus e proteggere la popolazione.
La nostra impressione è stata che Cuba nel campo della salute ha ancora bisogno di tanto, specie tecnologia e materiale sanitario in genere, penalizzata in questo dall’ingiusto e ormai anacronistico bloqueo nordamericano.
Ma tale situazione prima o poi dovrà essere superata, ed allora quello di Cuba potrà essere considerato ancor di più uno dei sistemi sanitari migliori al mondo.
Dr.med. Mario Alerci e Dr. med. Francesco Antonucci
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