¡Hasta siempre, Raymond!

Nella Foto: da sinistra a destra, Manon Duffour, Fidel Castro Ruz, Raymond Muller. Ginevra, Hotel Intercontinental, 19 maggio 1998

Ricordando Raymond Muller, già coordinatore nazionale dell’Associazione Svizzera-Cuba e per anni pilastro della sezione Ginevra.

a cura di G. Federico Jauch

"Verificabile in tutti i suoi aspetti, il bilancio della nazione cubana nella promozione dei diritti umani del suo popolo è particolarmente positivo. A nostro parere, cercare di immaginare ciò che il popolo cubano avrebbe potuto realizzare in questo ambito senza lo stato d'assedio del suo vicino del nord, avendo potendo disporre della quantità di denaro che la ferocia del blocco statunitense le è costata e le costa, e con relazioni rispettose e normali tra i due Stati, è a nostro avviso più che sufficiente per garantire che lo Stato cubano e il suo popolo siano debitamente riconosciuti nella prossima Revisione Periodica Universale come una nazione che promuove i diritti umani riconosciuti nel mondo." Raymond Muller, Ginevra, il 6 ottobre 2012.


Nella foto: Raymond Muller (seduto al microfono) durante un’attività organizzata dalla Sezione Ginevra dell’ASC. In piedi, a destra sulla foto, accanto a Raymond, Ricardo Alarcón de Quesada, Presidente dell'Assemblea nazionale del potere popolare della Repubblica di Cuba. Ginevra, dicembre 2003

 

¡Hasta siempre, Raymond!

Caro compagno. Caro amico,

mi han detto che te ne sei andato. Io non ci credo, tu sei ancora nella tua Cuba che ti ha adottato, quale figlio della Rivoluzione. Hai saputo donare – da militante –  le tue conoscenze di architetto e umane, in cambio di qualcosa che non potevi trovare nel tuo paese d’origine: l’etica, la solidarietà, il socialismo.

No, non ci credo che te ne sei andato così lontano perché “la morte non è vera, quando abbiamo compiuto bene l’opera della vita”. Non credo più alle notizie che ci giungono da questo lato della terra da cui scrivo, all’informazione tendenziosa che ci vuole zittire e omologare, tutti, in un pensiero unico e fraudolento, che ci indica come solo obiettivo un mondo unipolare e irreale. Ma non riusciranno a sconfiggere la forza delle idee. Tu ce l’hai mostrato con i fatti e, dalla ridente Avana, dall’eroica Santiago ci hai fatto capire che si può vedere e interpretare la geopolitica senza distorcere la realtà, senza creare nemici precostituiti, inesistenti. Senza odiare i popoli, solo perché non si piegano davanti agli abusi di potere dell’impero, l’unico impero rimasto oggi, ma certamente il più sanguinario e illegittimo della storia. Ma un altro mondo è possibile, anche se terribilmente difficile da raggiungere senza quelle coerenza, forza, abnegazione e obiettività che l’Isola ribelle che tu hai scelto come dimora, rappresenta. Per questo che, mai come oggi, abbiamo bisogno di Cuba, di paesi socialisti, di nazioni che osano sfidare le menzogne e le armi di distruzione di massa (quelle vere!), nucleari, chimiche, ideologiche. E, naturalmente, di persone come te.

Raymond, a Cuba hai progettato case l’ultima sul Malecón dell’Avana assieme allo storico della città, finanziata coi tuoi risparmi di una vita e quelli della tua inseparabile compagna Karin –, a Santiago scuole di campagna, ospedali pediatrici, parchi per i bambini, perché, come dice Fidel, “i bambini di oggi  sono il popolo di domani, perciò dobbiamo curarli e proteggerli come i pilastri su cui si fonda un’opera veramente bella e veramente utile”. In Svizzera invece, durante la tua momentanea assenza dall’Isola, hai forgiato la sezione, forse la più decorata ed efficiente. Partito tu, siamo rimasti un po’ orfani e un po’ confusi.
Raymond, continua a mandarci segnali dall’Avana, noi cercheremo di coglierli.

Invidio la tua coerenza e ti saluto con profondo affetto rivoluzionario

Un amico

Pubblicato in Attualità, Cuba, Internazionale, Svizzera

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