L’Assemblea Onu condanna il bloqueo


Altra votazione schiacciante in favore dell’Havana. Da 20 anni l’Assemblea Onu condanna Washington, cha fa finta di non vedere

 


L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha votato per il ventesimo anno consecutivo una risoluzione che condanna il blocco economico imposto dagli Stati Uniti a Cuba e chiede ai governi di dichiararlo illegale. La votazione, come già avvenuto nei 19 anni precedenti, ha raggiunto numeri da primato: 186 paesi favorevoli e solo 2 contrari (Usa e Israele). Tre i Paesi che si sono astenuti. Ilministro degli Esteri di Cuba, Bruno Rodriguez pochi istanti dopo la votazione ha fatto sapere:"Questo voto sottolinea l’eroica resistenza di un popolo che viene privato del diritto sovrano all’autodeterminazione. Dopo venti anni stiamo ancora discutendo di diritti violati, e il governo Usa continua a proporre argomenti inaccettabili".

La risoluzione Onu, però, non è vincolante, ma in sostanza è solo un parere. Per questo motivo il blocco continua come prima, affamando una popolazione e privandola della possibilità di sviluppo, indipendentemente dalla situazione politica che si vive nel Paese.

Perché una votazione di questo tipo, che mette insieme quasi tutti gli stati del mondo, non ha alcun valore? Ne abbiamo discusso con il professore di Diritto Internazionale Giorgio Sacerdoti, insegnante presso l’Università Bocconi di Milano.

"L’Assemblea Generale Onu è un organo politico – dice Sacerdoti – dove gli stati esprimono i loro orientamenti politico diplomatici, quindi si fanno molto dichiarazioni di principio su questioni, come appunto potrebbe essere questa che riguarda il blocco contro Cuba, che ricevono un grande consenso, che però, si sa, lasciano il tempo che trovano. Insomma le risoluzioni dell’Assemblea Generale non sono vincolanti o quanto meno lo diventano se chiedono a un Paese singolo di fare o non fare una cosa, ma sempre nell’ambito della sua discrezione. Non c’è comunque alcun obbligo internazionale che metta in condizione gli Usa di commerciare con Cuba".

E quindi da dove si parte per mettere fine a tanti anni di bloqueo?
"Credo che in linea di massima per prima cosa si tratti di una questione legata alla politica interna Usa. Alcuni presidenti, anche democratici, hanno provato ad alleggerire un po’ il blocco, ma poi alla fine nulla è stato fatto"

Lei ritiene una violazione del diritto internazionale il fatto che si continui con il blocco, nonostante le ripetute condanne?
"Direi di no. Il voto è un’indicazione di tipo politico. Oggi si tende a mantenere rapporti economici fra tutti i Paesi del mondo se non ci sono delle sanzioni ufficiali del Consiglio di Sicurezza. Detto questo possiamo anche pensare che il bloqueo non aiuta lo sviluppo dell’isola. Oppure possiamo pensare che gli Usa non sono mai riusciti a far cadere il governo cubano e per questo continuino a mantenere il blocco economico".

Allora la vicenda si potrà risolvere solo al di fuori dei palazzi dell’Onu?
E’ una situazione che deve essere risolta all’interno della politica Usa oppure si risolverà quando il governo dell’Havana si liberalizzerà. I Paesi che votano contro il blocco, però sono anche critici nei confronti dell’amministrazione cubana".

Alessandro Grandi



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