Lula: Cuba è vittima di un’altra pandemia, quella di un ingiusto blocco statunitense

Durante un dibattito virtuale, l’ex presidente brasiliano ha detto di non sapere come sarà il mondo dopo COVID-19, aggiungendo “c’è una sola certezza: i Paesi dove il governo ha pensato prima alla popolazione, come l’Argentina, usciranno da questa crisi meglio di quelli che non l’hanno fatto”.

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Traduzione: ASC-TI

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Durante un dibattito virtuale con il presidente argentino Alberto Fernández sul corso dell’America Latina dopo COVID-19, l’ex presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha detto che ciò che salverà la regione dopo la pandemia è “una parola chiamata democrazia, perché è lo Stato che si prende cura della gente, non il mercato”.

Ha insistito sul fatto che lo Stato deve prima mettere i soldi per salvare vite umane e poi occuparsi dell’economia. La democrazia è la soluzione, ha sottolineato.

L’evento è stato organizzato dall’Università di Buenos Aires (UBA) e trasmesso sulla piattaforma video YouTube.

Alla tavola rotonda virtuale hanno partecipato anche l’attivista argentino Adolfo Pérez Esquivel, vincitore del Premio Nobel per la pace nel 1980, la giurista brasiliana Carol Proner e il ministro dell’Istruzione Nicolás Trotta.

Sulla situazione attuale del Brasile, Lula ha detto: “Quando vedo quante vite sono state salvate in Argentina, mi fa male vedere il mio Paese non governato, con ministri incapaci di agire per proteggere il nostro popolo, e un presidente della Repubblica (Jair Bolsonaro) che scherza persino sulla tragedia.

Purtroppo oggi in Brasile non abbiamo un governo che si preoccupa per la pandemia. Il governo, durante tutta questa crisi, ha già cambiato tre ministri della sanità. “Ora, ci sono almeno 18 militari che si occupano della questione sanitaria e nessuno se ne intende sanità pubblica”, ha detto.

Durante il suo discorso, Lula ha denunciato che Cuba è vittima di un’altra pandemia, quella di un ingiusto blocco statunitense imposto da più di 60 anni, e ha annunciato che, dopo che l’epidemia è passata, vuole visitare l’Argentina e Cuba, un popolo coraggioso che in ogni disgrazia proietta “molta dimostrazione di amor proprio”.

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Ha ammesso che gli manca il rapporto con il defunto presidente venezuelano Hugo Chávez, con l’argentino Néstor Kirchner: “Mi manca il sogno che avevamo di creare un’America Latina forte e sovrana.

“Non so come sarà il mondo dopo questa pandemia. Non credo che nessuno lo sappia. C’è una sola certezza: i Paesi in cui il governo ha pensato prima alla popolazione, come l’Argentina, usciranno da questa crisi meglio di quelli che non l’hanno fatto”, ha concluso Lula.

 

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