Miguel Díaz Canel: “Il Sud non può essere costretto a scegliere tra sviluppo e azione per il clima”

Cuba presiede la riunione dei leader del G77 + Cina nell’ambito della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici 2023 (COP28), che ha luogo a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre 2023

Discorso di Miguel Mario Díaz-Canel Bermúdez, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidente della Repubblica, all’apertura del Vertice dei Leader del Gruppo dei 77 e della Cina, Vertice sull’Azione per il Clima, COP28, a Dubai, Emirati Arabi Uniti, il 2 dicembre 2023, “Anno 65 della Rivoluzione”.

Fonte:
Traduzione: GFJ
3 dicembre 2023

Signor Segretario Generale delle Nazioni Unite;

Signor Presidente della COP28;

Signor Ministro di Stato degli Emirati Arabi Uniti;

Illustri ospiti e partecipanti;

Eccellenze:

Le mie prime parole sono di sostegno e solidarietà con la Palestina e il suo eroico popolo in resistenza. Chiediamo la fine della violenza e del genocidio a Gaza e la fine dell’impunità per Israele, la potenza occupante! Ribadisco qui, davanti a voi, che Cuba non sarà mai tra gli indifferenti e che sosterremo sempre i legittimi sforzi internazionali per porre fine a questa barbarie (Applausi).

Siamo grati per la presenza di tutti voi a questo vertice delle nostre nazioni del Sud e vi invitiamo a riflettere insieme. In vista degli importanti processi di questa COP28, dobbiamo concordare delle azioni. Cuba attribuisce la massima importanza a questo aspetto, e lo fa da molti anni.

Nel suo messaggio in qualità di Presidente cubano alla Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo del 1992, il Comandante in capo Fidel Castro Ruz, leader storico della Rivoluzione cubana, ha definito molto chiaramente il rapporto ambiente-sviluppo. Il suo punto di vista era il seguente: Nel mondo sottosviluppato, il sottosviluppo e la povertà sono i principali fattori che oggi moltiplicano la pressione esercitata sull’ambiente naturale; e nel mondo sviluppato, i modelli di vita che stimolano il consumo irrazionale e incoraggiano lo spreco e la distruzione di risorse non rinnovabili, moltiplicano su una scala senza precedenti e precedentemente inimmaginabile gli affetti e le tensioni a cui è sottoposto l’ambiente fisico locale e globale.

Più di tre decenni dopo, questa relazione doppiamente nefasta per l’ambiente si è aggravata drammaticamente in entrambe le direzioni: il divario tra il Nord irrazionalmente ricco e il Sud sempre più impoverito si sta allargando con un alto costo umano, mentre le risorse che la natura ci mette a disposizione vengono sperperate.

Questa 28a Conferenza concluderà il primo bilancio globale sull’attuazione dell’Accordo di Parigi. Si svolgerà in un contesto di crisi multidimensionale in cui le aspettative create intorno all’adozione di questo storico Accordo sono state disattese.

La scienza ha confermato la necessità di ulteriori tagli alle emissioni globali e il breve tempo rimasto per evitare che l’aumento della temperatura globale superi 1,5 o addirittura 2,0 gradi Celsius. Allo stesso tempo, persiste la tendenza dei Paesi sviluppati a scaricare il peso dei loro obblighi di mitigazione sui Paesi in via di sviluppo, senza rinunciare ai loro modelli irrazionali di produzione e consumo. Inoltre, non riescono a fornire mezzi di attuazione adeguati in linea con gli impegni assunti nell’ambito della Convenzione e degli strumenti ad essa collegati, venendo sistematicamente meno al regime giuridico internazionale sui cambiamenti climatici.

Tutto ciò pone sfide importanti per i processi negoziali della Conferenza. La COP28 può e deve ancora condurci a un inventario globale realistico e applicabile, commisurato alle diverse circostanze nazionali e agli obiettivi di sviluppo.

Raggiungere senza indugi un quadro di riferimento per l’Obiettivo Globale sull’Adattamento e risolvere la storica questione dell’operatività del Fondo per le Perdite e i Danni potrebbero essere risultati efficaci di questa Conferenza.

Eccellenze:

In un momento in cui si parla di una giusta transizione, noi Paesi in via di sviluppo non possiamo permettere che il concetto progredisca in modo isolato, senza prendere in considerazione i fattori che ne garantiranno la realizzazione, affrontando le responsabilità comuni ma differenziate, l’equità e le rispettive capacità.

A tal fine, è fondamentale fornire mezzi di attuazione adeguati, compresi i finanziamenti, che oggi sono palesemente inadeguati.

Il Sud non può essere costretto a scegliere tra sviluppo e azione per il clima. Le due cose sono inestricabilmente legate. È nostra responsabilità far sentire la voce dei nostri popoli e difendere i loro legittimi interessi e aspirazioni.

Ci auguriamo che questo Vertice dei leader del G77-Cina sia una forza trainante in questo sforzo!

Grazie mille (Applausi).

Pubblicato in Attualità, Cuba, Internazionale

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