Nuovo attentato terroristico contro l’ambasciata cubana a Washington

Il nuovo affronto è un’altra prova che non è Cuba che sponsorizza il terrorismo, mentre il governo che lo denuncia contempla impunemente atti di questo tipo contro di essa

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Proprio mentre il presidente cubano Díaz-Canel stava lasciando New York, un nuovo attentato contro l’ambasciata dell’isola a Washington ha messo in evidenza l’ostilità della mafia anticubana con sede a Miami.

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Aggiunte: GFJ
25 settembre 2023

L'Ambasciata di Cuba a Washington, USA

Nella giornata di domenica (24.09.3023, ndr), l’ambasciata cubana di Washington ha subito un nuovo attacco terroristico, il secondo dalla riapertura delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi, dopo l’episodio dell’aprile 2020. In base a quanto riportato dalla stampa dell’isola caraibica, anche in questo caso l’attacco non ha causato vittime umane, ma l’episodio dimostra il clima di ostilità che si respira nel Paese nordamericano ai danni di Cuba.

Bruno Rodríguez Parrilla, ministro degli Affari Esteri della Repubblica di Cuba, ha brevemente commentato l’atto terroristico attraverso i social network: “Oggi, 24 settembre, l’ambasciata cubana negli Stati Uniti è stata bersaglio di un attacco terroristico da parte di un individuo che ha lanciato 2 bottiglie molotov“, si legge sulla pagina dell’account ufficiale del ministro sul social network X (ex Twitter). Il funzionario ha osservato che non ci sono stati danni al personale e che i dettagli dell’evento non sono ancora stati resi noti.

Rodríguez ha commentato che questo è il secondo attacco violento contro la sede diplomatica a Washington, dopo quello dell’aprile 2020, avvenuto in un momento in cui l’amministrazione di Donald Trump stava acuendo le sue misure repressive nei confronti dell’isola. In quell’occasione, fu un singolo individuo a sparare contro l’edificio della sede diplomatica cubana con un fucile d’assalto, provocando alcuni danni alla struttura ma senza ferire nessuno.

Il presidente cubano Miguel Díaz-Canel ha denunciato oggi l'attacco terroristico all'ambasciata dell'isola a Washington e ha chiesto risposte alle autorità statunitensi.

I gruppi anticubani ricorrono al terrorismo perché si sentono impuniti, cosa contro la quale Cuba ha ripetutamente messo in guardia le autorità statunitensi“, ha concluso il capo della diplomazia dell’isola caraibica. In effetti, sebbene non si possa affermare che le autorità degli Stati Uniti siano direttamente responsabili di questi attentati contro l’ambasciata, bisogna comunque sottolineare come l’atteggiamento ostile e la continua campagna diffamatoria nei confronti di Cuba siano alla base dell’attività dei gruppi mafiosi anticubani che hanno la loro principale sede a Miami, in Florida. Sappiamo bene, infatti, come alcuni parlamentari di origine cubana siano legati direttamente a questi gruppi, di cui portano le istanze direttamente nell’organo legislativo statunitense.

Dopo questo nuovo episodio di violenza nei confronti della sede diplomatica cubana, riaperta nel corso del secondo mandato di Barack Obama, ci si aspetta che il presidente Joe Biden ed altri esponenti di spicco della politica statunitense condannino l’accaduto. Tuttavia, gli Stati Uniti dovrebbero assumersi le proprie responsabilità ed iniziare a combattere l’attività della mafia anticubana non solo con le parole, ma anche con i fatti, smettendo di garantire l’impunità ai mandanti di questi atti terroristici.

VIDEO: “Grazie per essere qui con noi“, ha detto (venerdì 22 settembre) il Presidente Miguel Díaz-Canel rivolgendosi a sorpresa ai rappresentanti di organizzazioni e movimenti sociali presenti davanti alla Missione cubana a New York.

L’episodio risulta essere ancora più in grave in quanto, proprio in questi giorni, il presidente cubano Miguel Díaz-Canel si trovava in viaggio negli Stati Uniti per prendere parte alla 78ma sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il leader cubano, segretario generale del Partito Comunista, è infatti tornato sull’isola solamente questa domenica, e l’episodio dell’ambasciata di Washington potrebbe in qualche modo essere collegato alla sua presenza sul suolo statunitense.

Secondo un articolo pubblicato dalla testata cubana Granma, “il fatto è un’ulteriore prova dell’impotenza degli odiatori anticubani, a disagio di fronte ai recenti successi della diplomazia dell’isola nel quadro del 78° periodo di sessioni dell’Organizzazione delle Nazioni Unite”. Lo stesso articolo spiega che Cuba ha ricevuto il sostegno e la solidarietà della maggioranza della comunità cubana emigrata negli Stati Uniti: “Tanto riconoscimento per la Cuba socialista, acclamata nelle strade di New York, dove il presidente Díaz-Canel ha teso la mano di amicizia e solidarietà del suo popolo al popolo americano, ha esacerbato la bile di chi si rivolge al terrorismo come espressione della propria intolleranza”, si legge.

Non dimentichiamo che Cuba ha sempre ricevuto il sostegno della maggioranza dei Paesi della comunità internazionale, e che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha chiesto la fine del blocco economico contro l’isola caraibica innumerevoli volte. Nonostante le campagne mediatiche diffamatorie e la pressione posta dagli Stati Uniti sugli altri Paesi, i governi del mondo sono quasi unanimi nel chiedere la fine dell’embargo anticubano e la rimozione del Paese dalla lista degli Stati che sostengono il terrorismo, documento redatto unilaterlamente da Washington e privo di qualsiasi valore secondo il diritto internazionale. “Il nuovo affronto è un’altra prova che non è Cuba che sponsorizza il terrorismo, mentre il governo che lo denuncia contempla impunemente atti di questo tipo contro di essa”, si legge ancora su Granma.

Solidarietà nei confronti di Cuba è infatti immediatamente arrivata da diversi Paesi, come il Venezuela, il cui ministro delle Relazioni Estere, Yván Gil, ha diffuso un messaggio in cui condanna l’attacco subito domenica notte dalla delegazione diplomatica cubana nella capitale degli Stati Uniti: “Dal Venezuela condanniamo questo nuovo attacco terroristico contro l’integrità sovrana di Cuba e siamo solidali con il suo popolo e le sue autorità”, ha scritto il massimo diplomatico di Caracas sui social network.

Pubblicato in Attualità, Blocco, Cuba, Internazionale

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