Se non succede a Cuba, non conta niente… (+VIDEO)

Fino a questo momento, quest’anno, ci sono state 245 sparatorie di massa negli Stati Uniti (1). Recentemente, in una scuola elementare di Uvalde (Texas), sono stati uccisi 19 bambini e due insegnanti (2). E in un supermercato di Buffalo (New York), un fondamentalista bianco ha ucciso 10 persone nere (3). Riuscite a immaginare come la stampa riporterebbe tutto ciò se solo un caso simile si verificasse a Cuba?

di José Manzaneda
Fonte: LA PUPILA INSOMNE
Traduzione e aggiunte: GFJ

VIDEO: Sparatorie negli Stati Uniti e blocco di Cuba: stessi responsabili?

Per quanto possa sembrare sorprendente, Cuba e le sparatorie negli Stati Uniti hanno qualcosa in comune. Perché coloro che impediscono il controllo sulla vendita di armi in quel paese, ricevendo ingenti donazioni dalla National Rifle Association (4), sono i senatori cubano-americani di ultradestra Ted Cruz e Marco Rubio (5). Gli stessi che spingono per ogni misura di asfissia economica contro Cuba (6).

Asfissia e sanzioni che la stampa cita a malapena quando parla delle carenze dell’isola (7). Oggi, nei supermercati degli Stati Uniti, che sono una potenza economica grazie al loro saccheggio internazionale, c’è una carenza di latte artificiale per i bambini (8). Il tutto perché Abbott, l’azienda che monopolizza il mercato, ha chiuso un impianto di produzione dopo un caso di contaminazione che ha causato la morte di due neonati. Leggeremo mai che la colpa è del capitalismo?

Il 2021 è stato, negli USA, l’anno con il maggior numero di morti per overdose: più di 100.000 (9). Diranno mai anche che è colpa del “sistema”?

A marzo è stata posta una pietra miliare nel diritto alla libertà di associazione negli Stati Uniti: superando la paura di rappresaglie, è stato creato il primo sindacato in un magazzino di Amazon (10). Pochi giorni fa, un’altra grande azienda, Starbucks, in risposta a un “affronto” simile, la creazione di un sindacato in uno dei suoi negozi a New York, ha risposto… chiudendolo (11).

"waterboarding" o annegamento simulato di detenuti da parte della CIA

Si parla di tortura. Lo psicologo James E. Mitchell, collaboratore del cosiddetto programma di “interrogatorio rafforzato” della CIA, cioè la tortura nelle sue prigioni segrete, ha appena accusato Gina Haspel, l’ex direttrice dell’Agenzia sotto Donald Trump, di aver partecipato a diverse sessioni di “waterboarding” o annegamento simulato di detenuti (12). Ma la stampa insiste sul fatto che dove i diritti umani sono violati è... a Cuba (13).

L’esercito israeliano ha ucciso decine di giornalisti (14). A maggio sono stati uccisi due reporter palestinesi: Ghufran Warasne, un’emittente radiofonica locale (15), e Shireen Abu Aqleh, corrispondente di Al Jazeera (16). Al funerale di quest’ultima, la polizia israeliana ha picchiato i portatori della bara (17), arrestandone addirittura uno (18). Pochi giorni fa, a Gaza, è stata presentata una mostra dall’eloquente titolo “Ho 22 anni, ho perso 22 persone“, della giovane pittrice palestinese Zainab Al-Kulak che, nel maggio 2021, ha perso 22 membri della sua famiglia, tra cui la madre e tre fratelli, in un bombardamento israeliano (19). L’offensiva è durata 11 giorni e ha ucciso 261 persone, di cui 67 minori (20). Niente che possa indignare i media occidentali o provocare sanzioni come quelle imposte alla Russia in tutti i settori. Pochi giorni fa, in applicazione di queste sanzioni, la UEFA ha sospeso la partita di calcio Israele-Russia della Nations League, dando la vittoria automatica a Israele (21). Avete letto un solo editoriale che denunciasse questo atto di cinismo e di doppio standard?

E altri omicidi di giornalisti. A Cuba? No, in Cile. La reporter Francisca Sandoval è morta due settimane dopo essere stata colpita da un proiettile durante le celebrazioni del Primo Maggio nella capitale del suo Paese (22).

Non c’è spazio mediatico in cui non arrivi la propaganda di guerra anti-russa. “Planeta Futuro”, il supplemento del quotidiano El País, dedicato alla cooperazione e allo sviluppo sostenibile, ha pubblicato un servizio intitolato “Rifugio nel cucito: i volontari ucraini confezionano gilet da inviare al fronte di battaglia“, un libello propagandistico a favore dell’esercito di Kiev.(23). In questo esercito, va ricordato, vi è una parte, legale e riconosciuta, composta da milizie neonaziste.
Un altro rapporto della stessa fonte mediatica spiega “cosa dovrebbero fare i ricchi per aiutare il mondo” perché, si legge, per “porre fine alla povertà nel mondo o frenare il cambiamento climatico, l’1% dovrebbe pagare molto, ma non può farlo da solo” (24). Certo, i “poveri” vanno aiutati. Bill Gates, per esempio, la cui Fondazione è quella che – curiosamente – finanzia la sezione “Pianeta futuro” del quotidiano “progressista” El País (25).

E per concludere il programma (ridendo), una celebrazione: la Regina d’Inghilterra ha festeggiato 70 anni sul trono (26), vincendo le elezioni… quante volte? Comunque sia, non facciamo i pignoli sulla democrazia!