Alba africana

Donne africane, sempre in prima linea contro contro il dominio coloniale (leggi)

Il rovesciamento del fascismo ha creato nuove condizioni per il mondo intero. Prima della Seconda guerra mondiale, se guardavamo le carte geografiche dell’Africa, scoprivamo che non c’era un solo popolo libero in tutto il continente africano; se guardavamo il continente asiatico, vedevamo che c’erano pochissimi popoli non colonizzati in quel continente; se guardavamo l’America Latina, la vedevamo assolutamente dominata dall’imperialismo yankee. Poche potenze si erano spartite il mondo, schiavizzandolo e sfruttandolo“.

Discorso pronunciato da Fidel Castro in occasione dell’evento commemorativo centrale del 30° anniversario della vittoria sul fascismo, tenutosi nel teatro “Lázaro Peña”, L’Avana, 8 maggio 1975.

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L’Occidente collettivo storicamente ha sempre ostacolato le lotte progressiste per sostenere le parti più reazionarie, pronte a scambiare la sovranità nazionale con una rendita politica. Quello che oggi anche i più ottusi iniziano a capire è che i tempi stanno cambiando, non c’è più un solo impero, stiamo entrando in un nuovo mondo multipolare. 

di Marco Pondrelli
Adattamento e aggiunte: GFJ
5 settembre 2023

Il mondo continua a ballare sull’orlo della guerra mondiale, i nostri pifferai di corte impegnati a suonare per l’Imperatore non hanno dato risalto a quanto affermato dagli esperti dell’agenzia internazionale per l’energia atomica, ovverosia, che non ci sono mine o esplosivi sui tetti degli edifici dei reattori dell’unità 3 e dell’unità 4 e delle sale turbine della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia. Quindi gli esperti, che tanto piacciono ai nostri opinionisti, affermano che i russi non si stanno auto bombardando. L’Occidente prima o poi dovrà fare i conti con il guitto ucraino, il quale continua a spingere il mondo verso il conflitto nucleare.

Siamo abituati alla neolingua dell’Impero, come diceva Malcolm X  “se non state attenti i media vi faranno odiare le persone che sono oppresse e amare quelle che opprimono”, lo stesso può dirsi di quello che sta succedendo in Niger, nel Sahel africano, dove si rischia un intervento occidentale ovviamente all’insegna del ristabilimento dell’ordine per riportare la democrazia. Immaginiamo che presto i nostri opinionisti torneranno dalle loro dorate vacanze e dopo averci spiegato il Covid e la guerra in Ucraina ci racconteranno la politica africana, con la Russia e la Cina come potenze neocoloniali.

Premettiamo che sentire un europeo attribuire ad altri l’accusa di colonialismo ci sprofonda nel paragone del maiale che da del porco alla colomba; i paesi europei e gli Stati Uniti hanno avuto e hanno tuttora colpe criminali per la depredazione del continente africano. Quello che sta succedendo è una ribellione alla presenza coloniale, in particolare francese. In quei Paesi (Niger, Burkina Faso, Mali) si può parlare di colpo di Stato, così come si potrebbe parlare del colpo di Stato in Egitto ai tempi di Nasser o in Libia con Gheddafi, l’avanzata di forze patriottiche e anti imperialiste in molti paesi africani, avvenuta anche grazie alle parti più avanzate del mondo militare. Il Niger non è il primo Stato in cui una sollevazione popolare mira alla cacciata dei francesi, precedenti recenti sono quelli del Mali e del Burkina Faso, dove è sempre vivo il ricordo e l’esempio di Thomas Sankara.

L’Occidente collettivo storicamente ha sempre ostacolato le lotte progressiste per sostenere le parti più reazionarie, pronte a scambiare la sovranità nazionale con una rendita politica. Quello che oggi anche i più ottusi iniziano a capire è che i tempi stanno cambiando, non c’è più un solo impero, stiamo entrando in un nuovo mondo multipolare. Non deve trarre in inganno il voto espresso della Russia in sede ONU, Mosca è contraria a un intervento militare in Niger ed è probabile che se alla fine questo dovesse esserci la solidarietà non sarebbe solo simbolica. Le tante bandiere russe presenti nelle manifestazioni non devono fare dimenticare il ruolo della Cina.

IL NEOCOLONIALISMO CINESE IN AFRICA È UN’INVENZIONE DELL’IMPERIALISMO OCCIDENTALE (leggi)

Come nel medio oriente anche in Africa la Cina risponde alle politiche militari dell’Occidente collettivo con lo sviluppo, portando commercio e ricchezza. Mentre i nostri politici parlano a vanvera di piano Mattei la Cina lo sta realizzando, perché la politica di Pechino è quanto di più vicino agli ideali di del Presidente dell’ENI, la cui politica era semplice: noi commerciamo con l’Africa senza passare dalle potenze coloniali, ci guadagniamo noi e ci guadagnano i paesi africani, che vennero (è il caso dell’Algeria) fattivamente aiutati a liberarsi dell’oppressione francese.

Quello africano è un contenente in crescita, lo sviluppo che la Cina contribuisce a portare è lo strumento più forte per bloccare i viaggi della morte attraverso il mediterraneo, non si tratta dell’italico ‘aiutiamoli a casa loro’ che si riduce ad impedire le partenze, si tratta di combattere le ragioni per cui i poveri del mondo scappano.


Il fallimento del recente tour africano di Macron è il segno che l’Africa non vuole più essere il giardino di casa di chicchessia, se nelle piazze si vedono bandiere russe e cinesi è perché questi due Paesi lo hanno capito e trattano gli africani da pari a pari, i governi dell’Occidente collettivo coltivano un residuo razzista che li porta a guardare a questo pezzo di mondo con un atteggiamento fra il paternalista e lo schiavista. Quanto ancora durerà?

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Pubblicato in Attualità, Cuba, Internazionale

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