Cuba: il coraggio di un popolo. Imparare da Cuba!

I bambini, i padroni del futuro a Cuba. Foto: GFJ, Santa Clara

Cuba continua a sconfiggere l’impero criminale e ad ottenere il rispetto di tutta l’umanità, che oggi vive un momento molto difficile, ma sa che nonostante tutte le difficoltà, la Rivoluzione Cubana continua a prendersi cura del suo popolo.

di Carlos Aznarez
Fonte: Cuba, Isla Mía
da Blogs TeleSur
Traduzione, adattamento e aggiunte: GFJ

Quando il governo di un paese delle dimensioni degli Stati Uniti, che per tutti gli abitanti del “Terzo Mondo” rappresenta l’Impero, decide di bloccare un altro paese, come fa da 60 anni con Cuba, non c’è dubbio che quello che cerca di ottenere è di metterlo in ginocchio, di metterlo alle strette di modo tale che rinunci al suo processo rivoluzionario, di distruggere tutta la sua infrastruttura economica. Non tutto in un sol colpo, a mo’ di tsunami, ma poco a poco, giorno dopo giorno, anno dopo anno.
La parola blocco è facile da pronunciare, ma solo chi la subisce conosce le dimensioni della crudeltà che vi si nasconde dietro. Tutto ciò che è abituale per qualsiasi popolo che non sia bloccato diventa limitato, scarso, si esaurisce, scompare. E questa lista di mali comprende i prodotti essenziali del mercato alimentare, la salute, l’educazione, qualsiasi tipo di industria e migliaia di altri aspetti che fanno funzionare la macchina di qualsiasi società.

Un anno di blocco in qualsiasi paese è semplicemente devastante, soffocante, demoralizzante. Allora, come si può resistere 60 anni senza arrendersi a un nemico che, per di più, si trova a sole 90 miglia di distanza? Come si può convincere quella parte di mondo, complice dell’aggressore del blocco, che ciò che è stato messo in moto è francamente un crimine contro l’umanità, per il suo carattere sistematico e la sua perversione?

A Cuba risplende la forza di un popolo in rivoluzione, la forza di quelle donne e uomini forgiati sotto l'eredità di Fidel, di Raúl, del Che, di Vilma e Celia, per citare solo alcuni dei tanti patrioti dell'isola

È qui che appare la forza di un popolo in rivoluzione, la forza di quelle donne e uomini di Cuba forgiati sotto l’eredità di Fidel, di Raúl, del Che, di Vilma e Celia, per citare solo alcuni dei tanti patrioti dell’isola. Non c’è altra spiegazione che la coscienza e l’impegno di milioni di uomini e donne cubani, l’amore per chi è venuto prima di loro ed aveva lavorato così duramente per costruire, la convinzione che scendere a compromessi con quel nemico che cerca di annientarli in mille modi sarebbe un indegno suicidio come società. Cuba ha resistito e resiste perché il suo popolo, i veterani della vecchia guardia ancora presenti, così come le nuove generazioni, figli e nipoti di quegli emancipatori barbudos, hanno dimostrato che il blocco può essere sconfitto. Che è fonte di enormi sacrifici e spesso angosciante e genera impotenza, sì, ma che una Rivoluzione che nelle peggiori condizioni è riuscita a dare ai suoi figli e alle sue figlie l’educazione, la salute e il cibo necessario, deve essere difesa ad ogni costo. Un processo della qualità di quello cubano, che ha formato migliaia di studenti a Cuba e altri del “Terzo Mondo”, che ha prodotto ingenti progressi nella medicina, nella biotecnologia e in altre scienze, che ha esportato l’alfabetizzazione e le cure mediche in numerosi paesi del mondo, anche quelli che si definiscono “sviluppati”, è qualcosa che riempie di orgoglio e rafforza l’identità e l’autostima del popolo.

Impariamo da Cuba! Il passato è importante ma un marxista sa che esso è utile solo in funzione del presente e dell'organizzazione delle mosse future. È fin troppo nota la situazione attuale di diaspora del movimento comunista occidentale (Cuba a parte, naturalmente!), ridotto ai minimi termini e frammentato in svariate organizzazioni che si richiamano a fasi diverse della storia novecentesca, riapplicando in maniera più o meno schematica e dogmatica formule in alcuni casi vecchie e superate, senza tener conto dell'insegnamento essenziale della filosofia marxiana: occorre l'analisi concreta e dialettica della realtà. La teoria, non verificata nella prassi, è fine a se stessa. 

In questo modo, Cuba continua a sconfiggere l’impero cinico e ad ottenere il rispetto di tutta l’umanità, che oggi vive un momento molto difficile, ma sa che nonostante tutte le difficoltà, la Rivoluzione Cubana continua a prendersi cura del suo popolo, ottenendo nuove vittorie a livello scientifico o venendo in aiuto di qualsiasi altra nazione che lo richieda, comprese quelle che in tutta la loro ipocrisia continuano a mantenere il blocco.

EMBARGO O BLOCCO, NON SOLO UNA QUESTIONE SEMANTICA.¡ABAJO EL BLOQUEO!

Per queste e molte altre ragioni, la solidarietà con Cuba, il suo popolo e la sua leadership rivoluzionaria è un dovere e un segno di gratitudine per tutto ciò che l’isola genera disinteressatamente in un momento in cui il capitalismo cerca di continuare a distruggere la natura e la convivenza tra i popoli. Gridare con tutta la nostra forza “abbasso il blocco” e diffondere questo slogan a macchia d’olio è il compito di tutti noi, ora che l’Isola dovrà di nuovo passare attraverso il setaccio dell’Assemblea delle Nazioni Unite. Fatevi sentire.

 

Pubblicato in Attualità, Blocco, Cuba, Internazionale, Svizzera

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