“Gracias a la vida”. Ricordando Mercedes Sosa, una vita di lotta sociale nei canti. Nacque il 9 luglio 1935. (Ascolta le sue canzoni)

La negra  (“negro” in spagnolo significa nero e non ha affatto un connotato dispregiativo, come in italiano, ndt) Mercedes Sosa, ha richiamato nelle sue interpretazioni poeti come i cileni Víctor Jara e Pablo Neruda, la peruviana Alicia Maguiña e il cubano Ignacio Villa.

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Traduzione e aggiunte: GFJ
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9 luglio 2023

Mercedes Sosa è stata dichiarata Ambasciatrice dell'UNESCO per l'America Latina e i Caraibi per la sua profonda eredità umanistica. | Foto: @hmsosaoficial

Haydée Mercedes Sosa è nata nella città argentina di San Miguel de Tucumán il 9 luglio 1935, in coincidenza con il Giorno dell’indipendenza dell’Argentina, e la sua vita è sempre stata segnata da un profondo umanesimo e dalla necessità di difendere cause giuste attraverso le sue canzoni.

Mendoza, 11 febbraio 1963. Dall'alto in basso, da sinistra a destra: Juan Carlos Sedero, Pedro Horacio Tusoli, Tito Francia, Armando Tejada Gómez, Víctor Nieto, Mercedes Sosa e Oscar Matus, alla presentazione del "Manifiesto Nuevo Cancionero" (Cortesia: archivio personale di Paula Tejada).

Fin da giovanissima, Mercedes si impegnò nel Movimiento del Nuevo Cancionero, una corrente innovativa del folklore sorta nella provincia di Mendoza, la cui esigenza era quella di accentuare nei suoi messaggi la vita quotidiana dell’essere argentino, di unire la musica di tutte le regioni e le diverse espressioni, di riflettere le lotte e la storia; affinché non fosse sfruttata per arricchire pochi e non fosse deformata da altri interessi.

È così che si proietta dall’Argentina verso il mondo, da “Canciones con Fundamento (ascolta)” e “La Voz de la Zafra(ascolta), i suoi primi album, di un’opera di quasi 40. Sta già emergendo come cantora, e non cantante, un’idea di Facundo Cabral, che ha sempre difeso: “un cantante è colui che può, un cantore è colui che deve“.

Mercedes ha dato alla sua vita il valore di essere la voce del popolo lavoratore, di coloro che hanno subito ingiustizie a causa della brama di potere e dell’ignoranza. Per questo motivo, a partire dal 1975 ebbe problemi a cantare nel suo Paese, ricevette minacce di morte dagli squadroni della Tripla A e fu costretta ad andare in esilio in Spagna e in Francia per tre anni. “Serenata para la tierra de uno (ascolta) ritrae questo passaggio della sua vita.

“Sono stata marcata da quel ruolo di grande contestatrice, ma io non ero affatto così. Sono solo un’artista che pensa. Non ho mai avuto paura, ma mi sono sentito umiliata e indifesa. Non è possibile cantare con una pistola in mano, e io non voglio uccidere nessuno. Preferisco essere uccisa piuttosto che dover uccidere qualcuno”.

Le sue canzoni, un pugnale di giustizia sociale e umanesimo

"La Negra" ha sempre sostenuto l'eliminazione delle barriere nella musica, nella cultura e nell'etnia. Foto: @hmsosaoficial.

“La Negra”, come era conosciuta, era anche una difensora delle cause femminili, della democrazia, dell’America Unita, dei diritti civili e umani, per un mondo più giusto ed equo. Gli album “Mujeres argentinas(ascolta), “Hasta la victoria (ascolta) e “Cantata Sudamericana(ascolta) riflettono questo periodo di confronto con gli abusi delle dittature paramilitari nel continente.

Sosa tornò in Argentina nel febbraio 1983, quando la dittatura era agli sgoccioli e dopo la guerra delle Malvinas. Si esibì in 13 storici concerti al Teatro Ópera di Buenos Aires, un atto culturale a favore del cambiamento politico e del rinnovamento della musica popolare argentina, con l’inserimento di canzoni e musicisti di diverse correnti musicali come il tango e il rock. “Gente humilde(ascolta), “Como un pájaro libre(ascolta) e “Mercedes Sosa(ascolta i suoi migliori successi) ritraggono questo momento.

¿Será posible el sur?(ascolta), “Vengo a ofrecer mi corazón(ascolta), “Razón de vivir (ascolta), “Las manos de mi madre(ascolta) e “Corazón Americano(ascolta) riflettono la fase della democrazia, il risveglio della nazione argentina e il sogno dell’unità latinoamericana.

Il trovatore cubano e la cantatrice di Tucuman si sono incontrati all'Avana negli anni Settanta. Silvio Rodríguez: "La nuova canzone non sarebbe la stessa senza Mercedes Sosa".

Per il suo enorme contributo dalle arti alla giustizia sociale, con profondo umanesimo e senso dell’equità, è stata insignita di numerosi premi e riconoscimenti, tra cui spiccano l’Ambasciatrice di buona volontà dell’UNESCO per l’America Latina e i Caraibi; il Diploma d’onore dell’Organizzazione degli Stati Americani. Ha ricevuto anche diversi Latin Grammy, il premio UniFem per la sua difesa dei diritti delle donne e il premio CIM-UNESCO 1996 del Conseil International de la Musique – UNESCO, assegnato a musicisti di spicco di tutto il mondo, oltre a molti altri riconoscimenti.

Mercedes ha condiviso il palco con artisti di calibro universale come Luciano Pavarotti. I Foto: @hmsosaoficial

Come voce dell’America, Mercedes ha unito sul palco e interpretato canzoni di autori diversi come Fito Páez, Charly García, Violeta Parra, i cubani Silvio Rodríguez e Pablo Milanés… Ha anche collaborato con personaggi del calibro di Luciano Pavarotti, Sting, Andrea Bocelli, Nana Mouskouri e Joan Báez, tra gli altri.

Mercedes diceva che c’è qualcosa che nessuno può fermare, “che è il vento“. La parola America è di origine maya: amerrikua, che significa “terra dei venti forti“. Lei era quel vento che nessuno poteva fermare.

DOCUMENTARIO: Mercedes Sosa en Casa de las Américas (Cuba)

 

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