Il blocco contro Cuba sì che esiste ed è feroce

A Cuba e altrove c’è ancora chi dice che il blocco non esiste e che non è il vero responsabile dei problemi economici dell’isola, ma la realtà dimostra che la guerra economica, commerciale e finanziaria scatenata dagli Stati Uniti per far fallire il sistema socialista è una palese verità.

di  Arthur González
Fonte:
Traduzione e aggiunte: GFJ
31 ottobre 2023

Un esempio lampante di come questa guerra criminale influisca sulla situazione economica interna dell’isola e anche di terzi è la recente sanzione imposta alla compagnia messicana Pemex dalla Export-Import Bank statunitense, che ha cancellato un credito di 800 milioni di dollari solo per aver esportato gratuitamente greggio a Cuba nei mesi di giugno e luglio 2023.

Il vero motivo è che dal 1959 gli Stati Uniti hanno operato per strangolare l’economia cubana, con il crudele intento di alienare il sostegno interno alla Rivoluzione attraverso il dissenso e lo scoraggiamento, basati sull’insoddisfazione del popolo per l’aggravarsi delle difficoltà economiche, una strategia progettata sotto la presidenza di Dwight Eisenhower.

GOVERNO EISENHOWER: IMPEDIRE TRIONFO RIVOLUZIONE (leggi). Foto: Fulgencio Batista e Dwight D. Eisenhower presso l'Ambasciata degli Stati Uniti a Panama, il 23 luglio 1956 (Foto AP/Byron Rollins)

Il vero motivo è che dal 1959 gli Stati Uniti hanno operato per strangolare l’economia cubana, con il crudele intento di alienare il sostegno interno alla Rivoluzione attraverso il dissenso e lo scoraggiamento, basati sull’insoddisfazione del popolo per l’aggravarsi delle difficoltà economiche, una strategia progettata sotto la presidenza di Dwight Eisenhower.

Il 5 giugno 1959, il senatore democratico della Florida, George Smathers, propose un emendamento per ridurre la quota di zucchero che gli Stati Uniti acquistavano da Cuba, che rappresentava un segnale delle cose a venire.

Il 19 ottobre 1960, Eisenhower dichiarò un “embargo” parziale sul commercio con Cuba e vietò tutte le esportazioni verso l’isola, con l’eccezione di cibo, medicine e alcuni articoli che richiedevano una licenza speciale, una situazione che il vicepresidente Richard Nixon descrisse in seguito come una “quarantena totale“, dal punto di vista economico, politico e diplomatico, contro il governo rivoluzionario.

A settembre, Eisenhower aveva approvato l’applicazione a Cuba del Trading with the Enemy Act del 1917 (TWEA), che conferisce al Presidente degli Stati Uniti l’autorità di imporre sanzioni economiche contro nazioni straniere, vietando, limitando o regolando le transazioni commerciali e finanziarie con Paesi ostili in tempo di guerra. Questa legge può essere prorogata ogni anno e tra quelle in vigore contro Cuba è l’unica la cui decisione rimane nelle mani del Presidente degli Stati Uniti.

Il 16 dicembre 1960, il presidente statunitense ordinò di non acquistare più zucchero da Cuba.

Il 7 febbraio 1962, il governo dell'allora presidente degli Stati Uniti, John F. Kennedy, decretò un blocco unilaterale contro Cuba, attraverso l'applicazione della "Legge sull'Assistenza all'Estero" ("Ley de Ayuda Externa") del 1961, ottemperando così al mandato del Congresso americano dell'epoca.

Quando John F. Kennedy assunse la presidenza nel gennaio 1961, continuò la stessa linea avviata dal suo predecessore, compresa l’esecuzione di alcuni piani, come l’invasione mercenaria della Baia dei Porci, ma dovette sopportare la vergognosa sconfitta inflittagli dal popolo cubano.

Di fronte a questo fallimento, Kennedy ordinò la formazione della Task Force del Consiglio di Sicurezza Nazionale allargato per porre fine alla Rivoluzione socialista, che il 18 gennaio 1962 presentò per l’approvazione il Progetto Cuba, noto come Operazione Mangusta, il cui obiettivo era di:

Dirigere l’operazione per provocare una ribellione del popolo cubano. Questa rivolta rovescerà il regime comunista e installerà un nuovo governo con cui gli Stati Uniti potranno vivere in pace“.

La rivolta ha bisogno di un movimento di azione politica fortemente motivato e radicato a Cuba, capace di generare la ribellione, di indirizzarla verso l’obiettivo perseguito e di trarre vantaggio dal suo momento culminante“.

L’azione politica sarà sostenuta dalla guerra economica per indurre il regime comunista a fallire nei suoi sforzi per soddisfare le necessità del Paese, le operazioni psicologiche aumenteranno il risentimento della popolazione contro il regime e le operazioni militari daranno al movimento popolare un’arma di azione per il sabotaggio e la resistenza armata a sostegno degli obiettivi politici“.

Il 30 novembre 1961 il presidente John F. Kennedy, in funzione del suggerimento della Commissione Taylor approvò il Progetto Cuba o Operazione Mangusta, un vasto programma sovversivo che, con la partecipazione di quasi tutti gli organismi governativi USA, perseguiva il rovesciamento del governo cubano.

Per questo gli Stati Uniti perseguono ferocemente tutte le esportazioni verso l’isola, così come le transazioni finanziarie, al fine di soffocare la sua economia e far credere a tutti che il socialismo è un fallimento e che Cuba ha un governo “fallito”.

Gli yankee, attraverso le loro agenzie di intelligence, perseguono tutti i contratti cubani per ostacolarli e, quando non ci riescono, sanzionano pesantemente coloro che sfidano le loro leggi unilaterali, come metodo per intimidire tutti, a riprova del fatto che la loro guerra ha carattere extraterritoriale.

Ora era il turno del Messico, che aveva osato fornire petrolio, un elemento vitale per qualsiasi Paese del mondo, e così senza la minima esitazione l’agenzia di credito ufficiale che promuove le esportazioni e gli investimenti del settore privato statunitense all’estero, l’EXIM (ex Eximbank), ha deciso di sanzionare l’azienda messicana con la cancellazione del prestito e, secondo l’argomentazione, “per non aver rispettato le disposizioni dell’embargo statunitense contro Cuba“.

Questa misura fa parte di un presunto embargo o è davvero una guerra che perseguita chi non rispetta i suoi ordini?

Negli anni ’80, l’agente della CIA Barbara Lee Graham disse che ogni centesimo che entrava a Cuba era ossigeno per la sua economia e che Cuba doveva essere soffocata da una guerra economica totale. Questa è la verità che nessuno può ignorare.

D’ora in poi, l’azienda statale azteca PEMEX è inclusa nella “lista nera” dell’agenzia finanziaria yankee, che comprende anche Bolivia, Nicaragua e Venezuela, nella sua spietata guerra per rovesciare i governi sovrani che non accettano di sottomettersi agli ordini yankee, il prezzo pagato dai popoli per essere indipendenti.


José Martí non si sbagliava quando affermava:

La libertà costa molto cara e bisogna decidersi a pagarla o rassegnarsi a vivere senza di essa.

Pubblicato in Attualità, Blocco, Cuba, Internazionale

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