Immagine e poesia: Chiaroveggenza. Di Roberto Chile (+VIDEO)

Roberto Chile ci accompagna in un ritratto a mezzo volto dell’indimenticabile Cary: Caridad Silvia González Bajac in un rituale religioso in Jagüey Grande (2014), accompagnato dalla poesia di Maylan Álvarez.

Il produttore audiovisivo Roberto Cile propone al lettore un dialogo tra poesia visiva e poesia scritta, basato su fotografie di sua creazione. “Più che di una nota a piè di pagina forzata, si tratta di motivare i poeti a scrivere i loro versi“, afferma.

di Roberto Chile
Fonte:
Traduzione e aggiunte: GFJ

Roberto Cile: Il magico incanto dell'unione tra fotografia e poesia

Questa fotografia, scattata il 28 giugno 2014 nel bel mezzo di un rito religioso a Jagüey Grande, è un ritratto a mezzo volto dell’indimenticabile Cary: Caridad Silvia González Bajac (L’Avana, 5 febbraio 1945 – Jagüey Grande, 20 novembre 2020).

Il titolo – Chiaroveggenza – è ispirato ai pensieri di questa donna che un pomeriggio ho ribattezzato Cary Changó per la sua devozione alla divinità del pantheon yoruba.

Con uno sguardo dolce e penetrante, la sua religiosità si riassumeva in una fede infinita e nell’ansia di invocare, ammonire e sanare corpi e anime. A me, in particolare, ha donato così tanta luce che a volte, all’alba, il suo volto mi sveglia e io la guardo negli occhi.

Maylan Álvarez Rodríguez (Unión de Reyes, Matanzas, Cuba, 1978) Laureata in Letteratura spagnola. Si è diplomata presso il Centro de formazione letteraria Onelio Jorge Cardoso. Ha lavorato come giornalista per il Sistema Informativo de la Televisión Cubana. Lavora come redattrice della rivista Matanzas.

La poetessa di Matanzas Maylan Álvarez ci riporta le parole di Cary dall’eternità, in versi che diventano un’ultima supplica, un addio con ritorno, un’ultima chiamata.

Ultima supplica per coloro che sanno ascoltarmi
Abbracciata a Martha Ximeno, con la venia di Cary Changó
Ora che la luce avvolge una moltitudine di peccati.Ora che il silenzio regna,
consentitemi un’ultima parola.
Un appello a coloro che mi ascoltano
al di là del suono umano.

Devo andarmene,
ma colui che ha visto tutto non va lontano,
che ha scrutato tutte le cose
al di là degli occhi umani.

Se ho importunato con i miei avvertimenti,
con la mano tesa
leggendo la fortuna nelle mani degli altri,
ora che la luce avvolge una moltitudine di peccati,
Vi chiedo di imparare a ricordarvi di me.

Io, che ho sognato il mare
dalla patria degli agrumi,
nell’entroterra,
indomita come i solchi che attraversano il mio viso,
che incoraggiavano il desiderio di fare tutto bene.
O quasi.

Io, che ho implorato la tranquillità,
per le ricchezze apparenti,
per l’applauso che riempie tutto,
Io, che ho sempre invocato per gli altri,
che ho sempre acceso un cero per gli altri,
Chiedo di non essere dimenticata.

Ora che tanta luce avvolge una moltitudine di peccati,
mi si offra un pensiero clemente,
un addio con ritorno:
mai una lacrima ad offuscare
questa chiaroveggenza che una volta,
una volta o l’altra,
abbracciò i miei occhi.



Roberto Chile (primo da sinistra), Premio Nazionale di giornalismo José Martí, 2019. Regista e fotografo. Ha dedicato più di 25 anni della sua vita a catturare l’immagine di Fidel Castro, a riportare o perpetuare i momenti più importanti dell’attività del leader rivoluzionario.

VIDEO:

Roberto Chile, fotografo cubano

Roberto Chile. Documentario: Elogio della virtù

Pubblicato in Attualità, Cuba, Cultura

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