Israele urla dopo 75 anni di terrorismo di Stato

Settantacinque anni di bombardamenti sulle città, di distruzione di scuole e ospedali, di centri religiosi, di assassinii di leader e di torture di prigionieri.

di  Narciso Isa Conde
Fonte:
Traduzione: GFJ
16 ottobre 2023

Israele, sicuro nella sua dimensione, e contando sulla potente lobby ebraica e sull’odio che emana contro i popoli arabi, è lo Stato che si contende con gli USA il primo posto tra gli Stati terroristi del pianeta.

Ha alle spalle 75 anni di massacri dei popoli arabi, in particolare del popolo palestinese, uccidendo persone umili, lavoratori, bambini, anziani e donne.

Settantacinque anni di bombardamenti sulle città, di distruzione di scuole e ospedali, di centri religiosi, di assassinii di leader e di torture di prigionieri.

“Imponendo:

– Un disumano blocco illegale sulla Striscia di Gaza dal 2007.

– Un sistema di apartheid (discriminazione razziale) contro i palestinesi.

– La pulizia etnica di centinaia di città e villaggi palestinesi dal 1948.

– L’impossibilità per milioni di rifugiati di tornare alle loro case.

– La costante espropriazione di terre e l’incendio dei raccolti.

– Il minaccioso Muro che divide intere comunità in Cisgiordania.

– La negazione dei processi per i prigionieri politici, compresi i minori”.

Settantacinque anni di insegnamento ad altre polizie ed eserciti, e a gruppi paramilitari mafiosi, a spiare, uccidere, sabotare, torturare… utilizzando tecnologie all’avanguardia per ogni tipo di crudeltà.

Il loro terrorismo di Stato, inoltre, non ha avuto e non ha confini: ha accompagnato tutte le dittature militari fasciste della nostra America e del mondo, e tutti i regimi civili neofascisti.

I suoi agenti sono consumati consiglieri del male e le sue unità militari hanno accompagnato gli Stati Uniti in tutti i loro misfatti.

Il MOSSAD non ha più spazio per altri genocidi

In Colombia è stata recentemente confermata la responsabilità di Israele nei massacri compiuti da paramilitari e polizia.

LA CONTROPARTITA EROICA

Un tale inferno organizzato da questi due Stati (Israele e Stati Uniti) non poteva evitare una reazione violenta, un’insurrezione radicale, una guerra di oppressione, di dolore, di indignazione, che ha persino portato all’uso del terrore contro il terrore, in parte della resistenza arabo-palestinese, ma non in tutta.

In 75 anni, la lotta non si è fermata, così come non si è fermato il terrorismo di Stato di Israele.

Le organizzazioni politico-militari della resistenza arabo-palestinese sono numerose e diverse.

La loro sopravvivenza al peso del terrore e delle sofferenze a cui queste organizzazioni e i loro popoli sono stati sottoposti è stata eroica.

Alcune, come HAMAS e HEZBOLAH, hanno fatto il salto verso eserciti ad alta tecnologia.

HAMAS ha appena dimostrato di poter portare la guerra a un altro livello, a un livello ben superiore ai precedenti combattimenti e di poter infliggere colpi durissimi allo Stato sionista-terrorista di Israele.

Occupando città, sequestrando unità militari, riprendendo territori, abbattendo il famigerato muro di Gaza…

Unità dell’offensiva militare della Resistenza palestinese “sono entrate nel territorio di occupazione israeliano e hanno catturato basi militari e comandi di polizia nelle città di confine“.

Il genocida Netanyahu ha urlato al cielo, ha dichiarato Israele “in guerra” e ha scatenato la sua solita rappresaglia criminale, come previsto.

Gli Stati Uniti hanno già inviato le loro portaerei.

Un folto coro di capi di Stato, leader politici e media di destra – complici per azione o omissione del terrorismo di Stato israeliano – sta ora emettendo condanne rabbiose contro HAMAS e la resistenza palestinese, accusandoli di essere terroristi.

Sono falsari capaci di capovolgere la storia e il presente.

Ne fanno parte Abinader, Pedro Sánchez e altri di pari livello….

Nel caso di Abinader (Presidente della Repubblica Dominicana, ndt), la sua reazione ha la connotazione di un vergognoso tradimento della sua ascendenza araba; il tutto per piegarsi a ciò che Israele e gli Stati Uniti rappresentano nel consolidamento del colonialismo su quest’isola e nell’aggressione al popolo haitiano.

Bisogna essere pusillanimi per reagire con tanta viltà di fronte a un atto che implica una risposta doverosa a tanta derisione e a tanta sofferenza palestinese.

È facile e perverso rimanere in silenzio per decenni di fronte a tanto terrore israeliano e ora uscire con tali condanne di coloro che sono risorti praticamente dalla tomba per dire ai loro carnefici: siamo vivi e possiamo sferrare i colpi richiesti dalle circostanze e combattere a un livello più alto rispetto ai decenni passati.

Questo è un altro segno del declino di un’oppressione inaccettabile.

Pubblicato in Attualità, Internazionale

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