Le sanzioni economiche e la pandemia di Covid-19

All’epoca della pandemia di Covid-19, le misure coercitive unilaterali continuano a causare stragi. Ciò che è più preoccupante nel contesto attuale – caratterizzato da una profonda crisi economica aggravata della pandemia – è che il tutto si sta acuendo.

Fonte: 

Traduzione italiano: Redazione ASC-TI
13.05.2020
FrançaisEspañolEnglish

Gli Stati Uniti e la retorica dei diritti umani | World Politics Blog

Le misure coercitive unilaterali sono strumenti utilizzati da alcuni governi per scopi politici. Tali misure possono assumere la forma di sanzioni economiche e finanziarie, embarghi commerciali o altre misure di questo tipo. Essi mirano a stabilire barriere commerciali e bancarie per impedire, ad esempio, l’acquisto di medicinali, attrezzature mediche, alimenti e altri beni di prima necessità. Le conseguenze negative di tali misure sono drammatiche, soprattutto nel contesto della pandemia di Covid-19, e riguardano praticamente tutti i diritti umani, in particolare il diritto alla vita. In questo senso, il loro mantenimento è semplicemente criminale.

Oggi, molti Paesi sono soggetti a molteplici forme di sanzioni [1]. Mentre alcune di esse sono decretate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (embargo sulle armi, ad esempio, per alcuni Paesi in conflitto armato), la maggior parte di queste sanzioni sono imposte unilateralmente dagli Stati Uniti d’America e sostenute dai suoi più stretti alleati, come l’Unione Europea. Contrariamente alle dichiarazioni ufficiali, l’obiettivo di questi Stati, approfittando della loro posizione dominante sulla scena internazionale, è quello di destabilizzare l’apparato economico del Paese in questione che non si sottomette alla loro volontà e di creare le condizioni per un cambio di governo.

Tra gli esempi di sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti c’è il caso di Cuba, che è soggetta a sanzioni che hanno il triste primato di essere le più lunghe (dal 1962) e crudeli (blocco totale). Questo piccolo paese insulare subisce tutte le conseguenze negative di misure coercitive unilaterali, che riguardano praticamente tutti i settori: energia, industria, tecnologia, immobili, infrastrutture, agricoltura, edilizia, turismo, banche e finanza. Inoltre, Cuba è priva di entrate in valuta estera e si trova ad affrontare grandi ostacoli nella fornitura di beni di prima necessità, compresi alimenti e medicinali, nonché nell’esportazione dei suoi prodotti.

Recentemente, alcune compagnie si sono rifiutate di fornire a Cuba i respiratori, essenziali per salvare la vita delle persone colpite da Covid-19, per evitare di essere sanzionati dagli Stati Uniti. E, ancora più grave: un Paese come la Svizzera, che si considera neutrale, contribuisce a queste sanzioni unilaterali. Infatti, oltre alle banche private svizzere, PostFinance Svizzera (istituto finanziario pubblico) ha recentemente sospeso tutti i trasferimenti di denaro a Cuba [2], impedendo così alle associazioni svizzere di collaborare con gli enti sanitari cubani.

Questo blocco costituisce il principale ostacolo allo sviluppo del pieno potenziale dell’economia cubana. Come abbiamo sottolineato in diverse occasioni, queste misure “sono costate al popolo cubano, privato dela possibilità di beneficiare dei suoi diritti umani fondamentali, compreso il diritto all’autodeterminazione e allo sviluppo, innumerevoli sacrifici” [3].

Ripercussioni simili possono essere osservate in altri Paesi sottoposti a misure coercitive imposte dagli Stati Uniti, come il Venezuela, l’Iran e la Siria.

Le misure coercitive unilaterali sono in ogni circostanza contrarie al diritto internazionale dei diritti umani e violano le sue disposizioni, in particolare la Carta delle Nazioni Unite e le Convenzioni di Ginevra del 1949 e i loro due Protocolli. Gli organi delle Nazioni Unite (Assemblea Generale [4] e il Consiglio per i diritti umani [5], tra gli altri) hanno ripetutamente condannato tali misure.

Recentemente, un gruppo di esperti dell’Onu in materia di diritti umani ha chiesto agli Stati Uniti “di revocare l’embargo economico e finanziario contro Cuba, che ostacola le risposte umanitarie per aiutare il sistema sanitario del Paese a combattere la pandemia COVID-19″.

Da parte sua, la nuova relatrice speciale delle Nazioni Unite sugli effetti negativi delle misure coercitive unilaterali sui diritti umani, Alena Douhan, ha sottolineato che, nel contesto dell’attuale pandemia, “è necessaria una strategia sensibile in materia di diritti umani per affrontare la crisi COVID-19 e che include la revoca di tutte le sanzioni coercitive stabilite tra gli Stati”. Nella sua dichiarazione individuale pubblicata in precedenza, essa ha ricordato che “i Paesi sanzionati subiscono gravi ripercussioni, perché non possono utilizzare il loro reddito per acquistare attrezzature, medicinali, sostanze antivirali e cibo sui mercati internazionali” [7].

Ci troviamo di fronte a una crisi di eccezionale portata, che riguarda tutti gli aspetti della vita e del funzionamento delle società di tutto il mondo. La lotta contro Covid-19, che non conosce confini, richiede uno spirito di rispetto reciproco, di cooperazione internazionale e di solidarietà tra i popoli e gli Stati, in conformità alla Carta delle Nazioni Unite.

Secondo Alfred de Zayas, ex esperto indipendente delle Nazioni Unite sulla promozione di un ordine internazionale democratico ed equo, gli Stati Uniti e tutti gli altri Stati che ricorrono a misure coercitive unilaterali hanno responsabilità civili e penali, e come tali la Corte penale internazionale deve condannare tali pratiche come crimini contro l’umanità, in conformità con l’articolo 7 dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale.

Le misure coercitive unilaterali compromettono la capacità dei paesi interessati di affrontare la pandemia e il modello di sviluppo scelto, in conformità con il diritto dei popoli di decidere del loro futuro. Per questo motivo, il CETIM ribadisce la sua richiesta di abolizione immediata e completa di tutte le misure coercitive unilaterali senza condizioni.

 

Note (in francese):

[1] On peut mentionner parmi ces pays: Biélorussie, Burundi, Corée du Nord, Cuba, Iran, Lybie, Myanmar, Palestine, Pakistan, Russie, Somalie, Soudan, Syrie, Yémen, Venezuela, Zimbabwe…

[2] Voir la campagne lancée par les « Organisations suisses de solidarité et pour les droits humains – Cuba »

[3] Voir entre autres la déclaration écrite du CETIM, soumise à la 36e session du Conseil des droits de l’homme de l’ONU, septembre 2017.

[4] Voir entre autres la résolution 74/200, adoptée le 19 décembre 2019.

[5] Voir entre autres la résolution 40/3, adoptée le 21 mars 2019.

[6] Traduction du CETIM. Source: Déclaration conjointe, “US must lift its Cuba embargo to save lives amid COVID-19 crisis, say UN experts”, 30 avril 2020, signée par Mme Alena Douhan, Rapporteuse spéciale sur l’impact négatif des mesures coercitives unilatérales sur la jouissance des droits de l’homme, M. Saad Alfarargi, Rapporteur spécial sur le droit au développement, Mme Catalina Devandas-Aguilar, Rapporteuse spéciale sur les droits des personnes handicapées, Mme Agnès Callamard, Rapporteuse spéciale sur les exécutions extrajudiciaires, sommaires ou arbitraires, M. Livingstone Sewanyana, Expert indépendant sur la promotion d’un ordre international démocratique et équitable, M. Obiora Okafor, expert indépendant sur les droits de l’homme et la solidarité internationale, M. Nils Melzer, Rapporteur spécial sur la torture et autres peines ou traitements cruels, inhumains ou dégradants.

[7] Déclaration, « Une experte de l’ONU exhorte les gouvernements à sauver des vies en levant toutes les sanctions économiques face à la pandémie de COVID-19 », 3 avril 2020.

[8] Voir l’interview de M. Alfred de Zayas, paru dans Horizons et débats, n° 7, 14 avril 2020.

Pubblicato in Attualità, Blocco, Cuba, Internazionale

ARCHIVI