Perché il blocco degli Stati Uniti contro Cuba? La politica genocida dura da oltre 60 anni.

Persino Obama, che ha conseguito i maggiori progressi nella normalizzazione delle relazioni con Cuba, ha dovuto dichiarare pubblicamente la sua intenzione di distruggere la Rivoluzione attraverso altri metodi.

di Domingo Pérez
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Traduzione: GFJ

L’assedio economico degli Stati Uniti è stato forse uno dei temi più discussi dai media e, di conseguenza, distorto in modo tale da far finta che non esista. Peggio ancora: viene spesso presentato come se servisse ad aiutare il popolo cubano. Essi ritraggono l’impero del Nord come un benefattore della nazione delle Antille.

Queste questioni, per quanto illogiche e poco plausibili possano sembrare, devono essere affrontate in modo approfondito. Pur riconoscendo il suo totale fallimento e, di conseguenza, l’assurdità del suo mantenimento, persiste nel tempo e infuria con maggiore ferocia.

L’attuale inquilino della Casa Bianca ha mantenuto quasi intatte le 243 ulteriori misure di soffocamento economico, commerciale e finanziario attuate dall’amministrazione Trump. Solo pochi giorni fa, con molta cautela, ha iniziato ad attenuare alcune di esse.

Sembra inspiegabile che l’ex vicepresidente di Obama mantenga una politica che va contro il suo ex compagno di corsa e il suo stesso discorso elettorale.

Non è un segreto che il sistema elettorale multipartitico statunitense sia un mero teatro. Le politiche interventiste costituiscono una priorità di governo per i principali partiti della grande potenza. Non si perdonerà mai di aver perso quel protettorato nel 1959, di aver visto nascere una Rivoluzione Socialista proprio sotto il loro naso, che rappresentava un esempio di ribellione coerente per l’America Latina e per il mondo.

Vale la pena ricordare che gli Stati Uniti hanno combattuto per 20 anni una guerra sanguinosa con il Vietnam, dalla quale sono usciti sconfitti e con decine di migliaia di morti e feriti, il più alto numero di vittime dell’Unione in una guerra, e oggi i due Stati mantengono normali relazioni bilaterali. Con Cuba, invece, sono impossibili.

Persino Obama, che ha conseguito i maggiori progressi nella normalizzazione delle relazioni, ha dovuto dichiarare pubblicamente la sua intenzione di distruggere la Rivoluzione attraverso altri metodi.

Quindi, qual è il mistero di mantenere una macchina criminale e genocida che la maggioranza dei governi del mondo, compresi molti dei loro alleati, hanno respinto consecutivamente per 30 volte all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite?

Risulta che l’emigrazione cubano-americana è molto influente negli Stati Uniti, le migliaia di prestanome, torturatori, mafiosi, assassini e terroristi che sono fuggiti dal sistema giudiziario rivoluzionario e hanno trovato rifugio nella tana imperiale, si sono uniti a migliaia di professionisti e alle loro famiglie che, protetti da politiche di immigrazione privilegiate, sono stati incoraggiati, per più di 60 anni, a lasciare il Paese. A ciò si aggiunge un’intensa campagna mediatica per screditare la Rivoluzione e le sue principali conquiste sociali.

In questo scenario, il blocco continua a essere il catalizzatore di una situazione di asfissia totale, rafforzata dalla crisi mondiale causata dalla pandemia del Covid 19, che genera anche atteggiamenti aggressivi e disobbedienza civile contro il governo rivoluzionario.

In questo modo, le vittorie che otteniamo in mezzo a queste circostanze, non solo contro gli attacchi interni ed esterni dei nostri nemici, ma anche di fronte alle sfide che ci impone la natura, fanno crescere ancora di più il loro odio e la loro rabbia perversa.

A ciò si aggiunge che l’ostilità verso Cuba, con tutti i mezzi possibili, comprese le azioni terroristiche, costituisce un grande affare che porta che frutta milioni di dollari a molti.  Nel frattempo, gli haters, gli odiatori, continuano a scalare posizioni decisionali nel governo degli Stati Uniti, nelle reti televisive e radiofoniche, nelle case discografiche e degli investitori che bloccano un cambiamento di politica nei confronti di Cuba nel breve o medio termine.

Pubblicato in Attualità, Blocco, Cuba, Internazionale

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