Proponiamo all’attenzione dei nostri lettori queste riflessioni del prof. Adan Chávez, sulla costante ricerca da parte del gigante bolivariano dell’unità dei popoli contro la barbarie imperialista. Adán Chávez Frías (nato l’11 aprile 1953) è stato governatore dello Stato di Barinas dal 2008 al 2017. In precedenza è stato ambasciatore a Cuba e poi ministro dell’Istruzione dal 2007 al 2008. Adan è il fratello maggiore del Comandante Hugo Chávez.
Fonte italiana e traduzione: l’AntiDiplomatico
Aggiunte: GFJ
“Per la dignità, per la sovranità dei nostri popoli, non abbiamo altra scelta che unirci contro quella minaccia comune che è l’impero degli Stati Uniti, l’imperialismo mondiale, il capitalismo mondiale”.
Hugo Chávez, 14 giugno 2006
“Non c’è soluzione al problema del colonialismo e della dipendenza all’interno dei confini di nessun Paese; l’imperialismo è un problema internazionale e la soluzione all’imperialismo è anch’essa internazionale”.
Hugo Chávez, 21 luglio 2006
Queste citazioni del Comandante Chávez sono state dedicate all’unità dei popoli, che di recente è stata nuovamente rafforzata durante l’Incontro Mondiale contro l’Imperialismo tenutosi a Caracas. Un incontro storico, vista la trascendenza non solo dei temi e degli accordi emersi dagli appassionati dibattiti, ma anche del momento che l’umanità sta vivendo, nel mezzo della crisi capitalistica globale, dell’inasprimento della politica di guerra imperialista e dell’impulso delle forze progressiste che stanno resistendo attivamente. Allo stesso tempo uniscono le volontà e le coscienze con un obiettivo comune, urgente e vitale: la vittoria finale sul capitalismo e la costruzione del socialismo, l’unica via per garantire la pace e la vita sul pianeta. Sappiamo che questa vittoria sarà tutt’altro che facile, che l’imperialismo ricorre costantemente all’uso del suo potere multifattoriale per attaccare, destabilizzare e mantenere la sua egemonia sulle nazioni: Guerre dirette, colpi di Stato, blocchi economici, finanziari e commerciali, misure coercitive unilaterali illegali, paramilitarismo, persecuzione dei leader nazionalisti e progressisti, uso permanente del suo apparato ideologico, dei mass media e della sua potente industria delle comunicazioni, imposizione della cultura del consumismo e dell’individualizzazione: queste sono le armi ricorrenti della sua disperazione per sostenere l’unipolarità dei suoi domini, che utilizza per il suo infame scopo colonizzatore. Il neoliberismo si è radicalizzato e cerca vie estreme per proteggere i privilegi delle corporazioni multimiliardarie.
Per questo osserviamo come stimolano il fascismo, la discriminazione razziale, l’oppressione di genere e il fanatismo religioso, manipolando le credenze ancestrali per il loro interesse a stabilire il pensiero unico elaborato dai loro ideologi. Questo è stato chiaramente stabilito dal nostro Comandante Eterno, un problema che non è limitato a una sola nazione, a un solo Paese; è un problema di tutti gli abitanti del pianeta, che dobbiamo risolvere unendo le forze rivoluzionarie di ogni continente. Per questo è fondamentale l’unità mondiale dei Popoli, dei partiti e dei movimenti sociali, dei lavoratori, degli intellettuali, dei giovani, delle donne, tutti uniti intorno a questa causa comune, la causa antimperialista. Come ha detto il compagno Evo, il tempo di stare inginocchiati è finito. È tempo di agire, perché senza dubbio le decisioni che prenderemo ora segneranno il corso dell’umanità. Questo incontro di volontà che si è concluso nell’ambito dell’agenda del Forum di San Paolo è solo un esempio dei progressi del movimento rivoluzionario in tutti i continenti. Più di 400 delegati provenienti da 73 Paesi si sono riuniti nella Patria bolivariana per iniziare il 2020 con la ferma determinazione di affrontare le politiche criminali emanate dalla Casa Bianca e dai suoi alleati. Lì, ancora una volta, i leader progressisti hanno riaffermato la loro solidarietà con la Rivoluzione Bolivariana, sottolineando l’esemplare difesa che il popolo venezuelano e il presidente Nicolás Maduro hanno fatto della loro sovranità, dignità e conquiste.
Foto: Era il giorno in cui, nel luglio 2006, Fidel Castro e Hugo Chávez visitarono la casa di Alta Gracia, oggi museo, dove visse Ernesto Che Guevara.
Come ha sottolineato la compagna Terik Manson, un importante combattente statunitense del Movimento Code Pink, riferendosi al nostro Popolo, alla sua galanteria e alla sua infrangibile volontà di essere libero: “Il Venezuela non cadrà mai sotto gli Stati Uniti, perché questa decisione appartiene al Popolo venezuelano, e questo Popolo non si arrenderà mai“. Proprio così, non accadrà mai, perché questo Popolo ha ereditato la passione libertaria di Bolívar e Chávez! La difesa della pace e della sovranità, la solidarietà con le lotte dei popoli oppressi, il rifiuto energico della militarizzazione dei nostri territori da parte degli Stati Uniti, la condanna unanime dei bombardamenti in Medio Oriente, la denuncia collettiva dei tentativi di censurare le televisioni di Stato TeleSUR e Hispan TV, sono tutti elementi della dichiarazione firmata dai delegati. I 12 gruppi di lavoro che si sono svolti durante i tre giorni di riunione hanno portato a conclusioni e accordi di vitale importanza per l’unità dei Popoli, tra cui la costruzione di una Piattaforma Mondiale Unitaria per affrontare le aggressioni imperialiste e forgiare un nuovo ordine internazionale di giustizia, che promuova l’inclusione e permetta di superare le grandi disuguaglianze sociali prevalenti. Sarà un anno di mobilitazione permanente, di grandi giornate di lotta antimperialista. Non può essere altrimenti. Il popolo venezuelano ha deciso il suo destino e al suo fianco combatteremo le battaglie necessarie per un futuro di prosperità. “Il presente è una lotta, il futuro ci appartiene“, diceva Ernesto Che Guevara. E solo così potremo lasciare in eredità alle generazioni future il mondo possibile che sogniamo, il mondo socialista.
VIDEO: Chávez: El Antimperialista