Cile: respinta la nuova Costituzione, resta in vigore quella di Pinochet

Il referendum costituzionale cileno ha visto il respingimento del nuovo testo costituzionale. Il presidente Gabriel Borić corre ai ripari lanciando un nuovo processo costituente, ma per ora resta in vigore la Costituzione derivante dalla dittatura di Pinochet.

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Foto: Pinochet mentre vota nel "plebiscito" del 1980.

La Costituzione cilena è illegittima fin dalle sue origini. Le prime costituzioni cilene non prevedevano la partecipazione delle donne e la partecipazione era un privilegio di pochi. La Costituzione del 1833 non fu plebiscitata, né prevedeva la partecipazione dei cittadini. Quella del 1925 ebbe meno del 50% di consensi tra gli aventi diritto al voto e non includeva la partecipazione delle donne. E la Costituzione del 1980 è stata realizzata attraverso un processo a imbuto e un plebiscito fraudolento sotto la dittatura militare, senza le condizioni democratiche per un processo legittimo, e le sue riforme non hanno avuto nemmeno la legittimità dei cittadini. La Costituzione cilena è ed è sempre stata illegittima. 

Il 4 settembre doveva rappresentare una data di profondo cambiamento per il Cile, con il referendum per l’approvazione della nuova carta costituzionale che avrebbe dovuto permettere al Paese sudamericano di lasciarsi definitivamente alle spalle gli anni bui della dittatura di Augusto Pinochet. Invece, il responso delle urne ha visto il 61,86% dei votanti esprimersi contro il nuovo testo sostenuto dal governo di sinistra guidato dal presidente Gabriel Borić.

Immediatamente dopo la pubblicazione dei primi risultati, il capo di Stato ha convocato tutti i rappresentanti dei partiti politici a un incontro che avrà luogo questo lunedì al Palacio de la Moneda, la residenza presidenziale, per tornare sulle questioni costitutive.

Invochiamo la calma, come forze sociali e politiche ci impegniamo a creare le condizioni per incanalare la volontà popolare“, ha dichiarato una delle portavoci del movimento per l’approvazione della nuova carta costituzionale. “La Costituzione degli anni ’80 non ci unisce né ci rappresenta, la necessità di votare per una nuova Costituzione è necessaria ed è riconosciuta anche dai rappresentanti del movimento per il respingimento della nuova Costituzione”.

A tal proposito, il presidente Borić ha dichiarato di essere impegnato a lavorare per un nuovo itinerario costituente: “Prometto di fare tutto da parte mia, per costruire insieme al Congresso e alla società civile un nuovo itinerario costitutivo che consegni un testo che, raccogliendo le lezioni apprese dal processo, riesca a interpretare la volontà di un’ampia maggioranza di cittadini”.

Il capo dello Stato ha anche confermato che questo lunedì incontrerà i presidenti di entrambe le Camere del Paese e altre autorità della Repubblica, per avanzare in questa direzione. Allo stesso tempo, il presidente ha annunciato che terrà un ciclo di colloqui la prossima settimana per raccogliere le proposte dei diversi settori che si sono impegnati a stabilire un nuovo processo costitutivo. Borić ha aggiunto che, nei momenti più difficili, il Cile è un Paese che opta per il dialogo “per superare le sue fratture e il suo dolore“.

La democrazia cilena ne esce più robusta”, ha commentato il presidente che, oltre a confermare che il popolo non è soddisfatto della proposta costituzionale e ha deciso di respingerla nettamente, ha chiesto che le istituzioni lavorino con “più dialogo, impegno, rispetto e affetto fino ad arrivare ad una proposta che ci rappresenti tutti”. Borić ha sottolineato la necessità che questo lavoro dia fiducia e “ci unisca come Paese“. In questo senso, ha anche avvertito che la violenza e l’intolleranza verso chi la pensa diversamente “devono essere definitivamente messe da parte”. “Sappiamo che nel nostro Paese ci sono ingiustizie e disuguaglianze“, ha riconosciuto il presidente. L’aumento del costo della vita, il deficit abitativo, la ripresa dell’economia, la qualità dell’istruzione, le basse pensioni sono stati altri punti affrontati da Gabriel Borić nel suo discorso.

La nuova Costituzione era stata fortemente sostenuta anche dal Partido Comunista de Chile, che fa parte della coalizione Apruebo Dignidad che sostiene il governo. Le forze politiche conservatrici e reazionarie hanno colto l’occasione del risultato referendario per attaccare il PCCh, affermando che questo risultato si deve alle proposte troppo radicali fatte dai comunisti cileni.

Guillermo Teillier, leader del PCCh, ha rilasciato un messaggio per i militanti: “Abbiamo subito una sconfitta. Il testo della Nuova Costituzione proposto dall’Assemblea Costituente è stato respinto. La lotta continua perché quello scopo non è stato raggiunto”, si legge. Secondo il presidente del PCCh, il nuovo scenario per la stesura di una nuova Costituzioen “sarà in condizioni avverse, quindi è necessario restare uniti. È ciò su cui stiamo attualmente concordando con le parti di approvazione”.

Teillier ha rivolto un appello ai sostenitori del Partito Comunista a “migliorare il nostro rapporto con il movimento sociale che è così determinante in circostanze come queste“. Inoltre, ha affermato che il partito deve mantenere un sostegno “fermo” al governo del presidente Borić e al suo programma. “È un impegno che può subire attacchi, va difeso“, ha concluso.

Karol Cariola, deputata del PCCh, ha aggiunto che “la Costituzione del 1980 non ci rappresenta e i rappresentanti del movimento contro la proposta costituzionale, durante la loro campagna, hanno promesso al Paese che la Costituzione sarebbe comunque stata cambiata. Ci auguriamo che adempiano a questo impegno, perché questa sfida per promuovere i cambiamenti strutturali continua e non ci arrenderemo”.

Tutti i partiti che sostengono l’attuale governo, compreso il PCCh, hanno infine rilasciato un comunicato congiunto nel quale affermano che “il processo costituente non si è concluso“. “Ci impegniamo con la nostra ferma decisione e convinzione a continuare su questa strada, sotto la guida del presidente Gabriel Borić, che deve guidare questo mandato istituzionale affinché il Cile abbia una nuova Costituzione“.


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