La storia di Cuba negli ultimi sessant’anni è stata caratterizzata dal confronto con diverse manifestazioni terroristiche, incubate dal territorio statunitense con la partecipazione – a volte più, a volte meno evidente – delle istituzioni federali.
“Se i mercenari, i sabotatori, i terroristi e i
controrivoluzionari venduti all’imperialismo
non imparano la lezione,
non devono aspettarsi che la magnanimità
e la generosità della Rivoluzion
durino in eterno […].
Fidel Castro,
dal Discorso pronunciato in occasione
della commemorazione
dell’ottavo anniversario
dell’attacco alla Caserma Moncada,
il 26 luglio 1961.
Fin dai primi decenni della Rivoluzione, il governo statunitense attuò strategie violente e sovversive contro Cuba.
di
Fonte:
Traduzione e aggiunte: GFJ
28 settembre 2023
Cuba. Ricordando le vittime del terrorismo sponsorizzato dagli USA
La politica di incoraggiamento del terrorismo e della sovversione contro Cuba esiste da più di sessant’anni. Fin dai primi decenni della Rivoluzione, Washington ha attuato strategie violente contro un popolo che era appena riuscito a eliminare una delle più sanguinose dittature dell’America Latina del secolo scorso, quella di Fulgencio Batista, che in circa sei anni aveva assassinato migliaia di cubani.
Gli Stati Uniti annunciarono numerose misure per ostacolare il progresso del nuovo sistema politico e socio-economico che stava nascendo dal gennaio 1959, volto all’inclusione dei cittadini, approvando leggi a favore della grande maggioranza e a scapito delle oligarchie e delle imprese straniere che avevano saccheggiato indiscriminatamente le risorse del Paese.
Da allora, la politica sovversiva della Casa Bianca contro L’Avana si è intensificata. Non solo la Central Intelligence Agency (CIA) ha addestrato e finanziato azioni mercenarie contro la più grande delle Antille, ma anche un numero considerevole di attività terroristiche sono state condotte sul territorio statunitense e in altri Stati della regione (accoliti dell’impero). I portavoce di Washington in organizzazioni internazionali e regionali come le Nazioni Unite e l’Organizzazione degli Stati Americani -OSA (quest’ultima uno strumento tradizionale delle amministrazioni statunitensi) hanno lanciato campagne diffamatorie e distorte per giustificare la crociata yankee contro la nazione caraibica.
Per la prima volta un popolo del continente era diventato ribelle, non era più il cortile e il centro delle operazioni per i grandi interessi corporativi, per il gioco d’azzardo lucrativo, per i bordelli, per la prostituzione e per una facile fonte di materie prime per il mercato del Nord.
Negli anni ’40 e ’50, la prostituzione all’Avana raggiunse livelli senza precedenti negli annali della nostra storia, al punto che per molti fu identificata come “il bordello d’America“(leggi)
Le Grandi Antille potevano essere considerate una colonia economica degli Stati Uniti. Nel 1958, gli investimenti con i suoi vicini settentrionali superavano il miliardo di pesos dell’epoca, rendendo l’isola uno dei luoghi più importanti per gli investimenti statunitensi nell’emisfero.
Tuttavia, esisteva un considerevole grado di disuguaglianza sociale e razziale, estrema povertà, analfabetismo e mancanza di servizi sanitari, educativi e culturali pubblici. Solo la minoranza con un elevato potere d’acquisto aveva il privilegio di accedere ai percorsi universitari, milioni di cittadini non conoscevano il valore della lettura e della scrittura, né tantomeno aspiravano a un’istruzione decente per i propri figli.
Le condizioni più deplorevoli si trovavano nelle campagne, dove prevalevano gli interessi dei grandi proprietari terrieri e delle imprese straniere. Questa era la Cuba “repubblicana”, e solo per citare alcuni esempi: il 75% della superficie agricola era controllata da circa 25.000 proprietari terrieri, di cui il 10% deteneva il 45% della terra, mentre circa 200.000 famiglie contadine vivevano in condizioni di estrema povertà.
La borghesia creola cubana potrebbe essere considerata paradigmatica della sottomissione all'imperialismo che ha storicamente caratterizzato tutte le borghesie latinoamericane. Foto: il dittatore Fulgencio Batista nell'aprile 1958.Foto: il dittatore Fulgencio Batista nell'aprile 1958
Allo stesso modo, il 64% dei contadini non possedeva la terra che lavorava ed era obbligato a pagare un affitto per tutta la vita, ma non possedeva nemmeno la propria casa. Per questo motivo, tra le prime misure annunciate dalla Rivoluzione vi fu la Riforma Agraria e Urbana per tutto il Paese.
Queste azioni incontrarono la resistenza della forte borghesia creola, una delle più forti del continente e con interessi strettamente legati al capitale statunitense, che vide intaccato il suo tradizionale predominio.
L’élite di potere strettamente legata ai sicari di Batista con ingenti somme di denaro e mezzi estratti dal Paese in quegli anni emigrò a Miami, e parte di essa da quel momento si unì alla controrivoluzione, organizzando in collusione con la CIA e il Pentagono centinaia di attività terroristiche, piani per assassinare leader, pescatori, rappresentanti diplomatici, compiendo sabotaggi, incursioni aeree e marittime nello spazio nazionale, e l’invasione di Girón, con migliaia di feriti, invalidi e morti.
Così è iniziata la penetrazione di agenti della CIA, il reclutamento di cittadini danneggiati dalle leggi rivoluzionarie, la fornitura di denaro e risorse per lo spionaggio e molte altre attività per sovvertire l’ordine pubblico e la pace, finanziamenti che continuano a essere assegnati sotto diverse modalità, facciate e agenzie.
L'"Operazione Peter Pan" è stata una delle più segrete e sinistre operazioni di sovversione politica ideologica organizzate dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, dalla gerarchia della Chiesa cattolica di Miami, dalla Central Intelligence Agency (CIA) e da organizzazioni controrivoluzionarie, nella loro lotta contro la Rivoluzione cubana durante la Guerra Fredda degli anni '60, che ha promosso e protetto quello che sembrava essere un processo migratorio spontaneo attraverso la manipolazione da parte di Washington della questione della potestà genitoriale dei genitori cubani sui loro figli. Il suo principale esecutore, in coordinamento con il governo statunitense, fu il sacerdote di origine irlandese Bryan O. Walsh.
Furono orchestrati atti crudeli contro le famiglie cubane, come il caso dell'”Operazione Peter Pan“, con l’obiettivo di screditare la Rivoluzione con aberranti menzogne relative ai bambini, incoraggiando così la partenza di migliaia di piccoli verso gli Stati Uniti non accompagnati dai loro genitori. Questa operazione è passata alla storia come uno degli atti più infernali di Washington degli anni Sessanta e ha causato atroci sofferenze a bambini, madri e padri, molti dei quali non sono mai stati ricongiunti o lo sono stati dopo più di dieci o quindici anni.
Un'imponente rete mediatica sta cercando oggi di legittimare la visione egemonica statunitense della democrazia e della libertà a Cuba. Con la loro strategia annessionista, intossicano costantemente le reti sociali con informazioni distorte su quasi tutto ciò che accade sull'isola.
Decine di stazioni radio furono create o finanziate in Florida e in altre regioni per agire con programmi provocatori contro l’arcipelago cubano, incitando alla violenza, alle partenze illegali e alla disobbedienza civile. Tra le prime Radio Swan, Radio Mambí, Radio García Serra, La Voz de las América, Movimiento Nacionalista Cubano e decine di altre radio sovversive e cospiratrici, a cui si sono aggiunte negli ultimi 60 anni altre aggressioni radiotelevisive, come Radio e TV Martí – un’offesa alla memoria dell’Apostolo -, create appositamente per trasmettere messaggi a scopo destabilizzante e sovversivo.
Documenti segreti declassificati negli Stati Uniti hanno rivelato come alla fine del 1961 si decise di elaborare un programma segreto, l'”Operazione Mangusta“, il cui scopo era quello di minare l’economia nazionale attraverso azioni aggressive e di promuovere nella popolazione il malcontento e l’ostilità contro il governo rivoluzionario.
Il 30 novembre 1961 il presidente John F. Kennedy, in funzione del suggerimento della Commissione Taylor approvò il Progetto Cuba o Operazione Mangusta, un vasto programma sovversivo che, con la partecipazione di quasi tutti gli organismi governativi USA, perseguiva il rovesciamento del governo cubano.
Questi fatti sono stati resi possibili dalla volontà del governo degli Stati Uniti, che ha creato e finanziato questi strumenti, che si sono rivelati anche un lucroso affare per coloro che li hanno pianificati, e che per la loro stessa essenza hanno violato il diritto internazionale.
I loro mezzi di comunicazione sono stati trasformati in transnazionali della disinformazione per rovesciare la tranquillità della nazione caraibica. Continuano a fomentare l’odio e il risentimento, trasmettono i loro oltraggi, inganni e ingiustizie, l’elenco delle azioni anticubane della Casa Banca è interminabile, che arriva fino ai nostri giorni e presenta, tra le altre barbarie, la più grande ignominia della storia americana; il blocco economico, commerciale e finanziario che ostacola lo sviluppo dei cubani, mentre cerca di aumentare le sofferenze di un’intera popolazione per sovvertire l’ordine istituzionale e distruggere le conquiste sociali della Rivoluzione.
E come se non bastasse, e senza alcuna giustificazione, la vittima, Cuba, viene inserita in una spuria lista di “Paesi che sponsorizzano il terrorismo“. Tutti i governi e i media seri e trasparenti della comunità internazionale dovrebbero chiedere a Washington:
Dove sono i veri terroristi? Quali attività di terrore o di violenza sta portando avanti Cuba contro il popolo degli Stati Uniti? Con o senza risposta, la verità continua a farsi strada nel mondo. L’isola non esporta armi o macchine per uccidere, ma invia solo medici e insegnanti in luoghi che richiedono questi nobili servizi.
La barbarie contro l’isola deve cessare
È ora di ascoltare la stragrande maggioranza del popolo americano e le Nazioni Unite che chiedono la fine di questa politica genocida e assurda contro una piccola isola che sta costruendo un modello di società con peculiarità socio-economiche di tipo cubano, ma con un’ampia partecipazione di investitori locali e stranieri disposti a contribuire allo sviluppo e a ottenere benefici per entrambe le parti.
A causa delle sue politiche obsolete e criminali, gli Stati Uniti diventano ogni anno più isolati, i suoi uomini d’affari e persino buona parte dei suoi membri del Congresso comprendono la necessità di migliorare le relazioni tra vicini, rispettando i modi di pensare di ciascun sistema determinati dai suoi popoli.
VIDEO: “Il terrorismo e i terroristi”
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