Foto e storie di prostituzione nella Cuba prerivoluzionaria: le case di Marina. E poi arrivò Fidel! (+altre FOTO)

Bar Girl in a Brothel in the Red Light District, Havana“, 1954. Photograph: Eve Arnold/ Magnum

Negli anni ’40 e ’50, la prostituzione all’Avana raggiunse livelli senza precedenti negli annali della nostra storia, al punto che per molti fu identificata come “il bordello d’America“.

Fonte: CubaCute
Traduzione, adattamento al testo e aggiunte: GFJ
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Il dittatore Fulgencio Batista, Andrés Domingo Morales del Castillo, Ministro della Presidenza, e il Vicepresidente degli Stati Uniti Richard Nixon al Palazzo Presidenziale dell'Avana nel febbraio 1955. Non disdegnavano i bordelli dell'Avana

Più di 100.000 donne furono fatte prostituire e le “modalità” erano numerose, dal “de lujo” (di lusso, ndt) alle “orilleras(persone dei bassi fondi, ndt) o “fleteras” (prostituta, n.d.t).

Proprio nel campo della prostituzione di lusso si distinse una matrona nota come Marina. Nessuno sa se questo fosse il suo vero nome o se ci fossero più persone con questo patronimico, quello che è certo è che questo personaggio era reale e che dopo il 1959 emigrò da Cuba.

Il servizio veniva fornito per dieci pesos -una fortuna negli anni ’40-, e la porta d’ingresso veniva aperta solo ai clienti conosciuti e, con discrezione, a chi veniva raccomandato o poteva citare per nome alcune delle ragazze che lavoravano nella casa.

Marina è riuscita a mantenere un’offerta continua di giovani donne bellissime, la maggior parte delle quali sono state reclutate con false promesse e poi messe di fronte alla triste realtà di dover vendere il proprio corpo per pagare i debiti.

 Casas de Marina

Marina vestiva le ragazze, dava loro un posto dove stare e si impegnava persino per la loro raffinatezza e le loro maniere prima di lanciarle nell’attività. E questo doveva essere ripagato.

C’erano casas de Marina in diversi luoghi dell’Avana. In Infanta, sul Malecón… Quando il governo di Prío si sentì minacciato in quella che era la sua sede al 298 di via Colón, lasciò la città e aprì il Club Reloj sulla strada del quartiere Rancho Boyeros.

La catena di bordelli di Marina soddisfaceva la domanda degli hotel di lusso e dei turisti nordamericani.

La riunione della mafia italo-americana nel 1946 - Hotel Nacional de Cuba

Marina gestiva una splendida casa a tre piani, vicino a Crespo e Amistad, con stanze speciali, letti rotondi, stimolatori e manufatti antichi. C’erano anche: “El templo de Marina” (“Il Tempio di Marina“), accanto all’Hotel Sevilla Biltmore; e il “Castillito de Marina” (“Il Piccolo castello di Marina“), tra il Malecón e la via Hospital, molto ben attrezzato, con quaranta donne permanenti e altre trecento in foto private, una novità per l’Avana dell’epoca, che durante mezz’ora erano impegnate nel loro mestiere; e la struttura che Marina gestiva in un edificio in via San José. Un altro famoso bordello, anch’esso sotto le sue direttive, si trovava all’incrocio tra Ferrocarril e Boyeros.

La prostituzione era senza dubbio una delle attività più redditizie all’Avana, soprattutto per i capi della polizia e i loro subordinati, che venivano pagati in contanti e “in natura“.

John F. Kennedy, presidente degli Stati Uniti d'America e cliente di Marina

Diverse figure politiche di alto livello erano assidue frequentatrici di questi servizi e persino presidenti o dittatori stranieri assaggiavano la merce, tra cui il futuro presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy o il venezuelano Marcos Pérez Jiménez, per citare i più noti. Mafiosi, grandi proprietari terrieri, uomini d’affari, turisti nordamericani e figli dei loro padri… completavano l’elenco dei clienti.

Y en eso llegó Fidel (E poi arrivò Fidel)

Sebbene alcuni precetti femministi siano sempre stati presenti nella società cubana, attraverso la creazione di organizzazioni incentrate sulla valorizzazione delle donne e grazie alla vicinanza geografica, intellettuale e sociale dell'isola di Cuba ad altri Paesi come il Messico e l'Argentina, il vero progresso sostanziale è stato raggiunto grazie a un processo ideologico che ha imposto la partecipazione delle donne come soggetti sociali attivi in tutte le trasformazioni sociali che hanno fatto irruzione sulla scena sociale cubana dopo il trionfo rivoluzionario.

La Rivoluzione trionfò, i modelli sociali cambiarono e il quartiere andò incontro a un inarrestabile declino, fino alla vera e propria chiusura. Marina incaricò allora il marito, molto più giovane di lei, di portare fuori di casa la corona e la spada d’oro della statua di Santa Barbara che aveva nel suo bordello principale, quello di Calle Colón, e altri oggetti di valore.
Lasciò Cuba e si persero le tracce…

VIDEO: il divertimento finì, arrivò il Comandante e ordinò di fermarsi


Chi era Eve Arnold, la fototografa della “ragazza del bordello dell’Avana” e prima donna alla Magnum“? (leggi)

Marlene Dietrich at Columbia records studios, New York, USA, 1952© Eve Arnold / Magnum Photos.


Fotografi cubani nella rivoluzione. Di Roberto Chile (leggi e guarda le foto)

1. Gilberto Rabassa (vive a L’Avana): Amore per la professione
(leggi e guarda le foto di Gilberto Rabassa)

La città dell’Avana, 13 febbraio 2010, Teatro Karl Marx, Gala di balletto per la 19ª Fiera Internazionale del Libro Cuba 2010. (Adagio) Raymonda, interpretato dalle prime ballerine del Teatro Bolshoi di Mosca, Galina Stepanenko e Vladimir Neporozhny.
“Danza y pasión”, Foto di Gilberto Rabassa

2. Alberto Korda,1928-2001. Semplicemente Korda
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"Norka". Foto di Alberto Korda, 1956

3. Raúl Corrales (1925-2006): Io guardo e vedo
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"Il sogno", 1959. Foto di Raúl Corrales

4. Roberto Salas (1940-): “Guardare sempre avanti”
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Dalla serie "Nudi", 1994-2004. Foto di Roberto Salas

5. Liborio Noval (1934-2012): “Vorrei essere ricordato per le foto che ho fatto.”
(leggi e guarda le foto di Liborio Noval)

"Miliziana", 1985. Foto di Liborio Noval

6. José Manuel Correa (vive a L’Avana): “L’etica è il timone che guida la macchina fotografica”
(leggi e guarda le foto di José Manuel Correa)

Foto di José Manuel Correa /per Granma

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Pubblicato in Attualità, Cuba, Cultura, Internazionale

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