L’obiettivo è il socialismo e la strada è l’internazionalismo. Ma non lo raggiungeremo se prima non rafforziamo l’antimperialismo (+VIDEO)

Il capitalismo non ha nulla di umano da offrire ai nostri popoli”.
Ernesto Che Guevara

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Il socialismo è l’unico modo per affrontare il concerto di mali dell’umanità e per distruggere la fragorosa sinfonia dello sfruttamento e del colonialismo, per rivendicare il vero cambiamento che il mondo richiede. Questa concezione, così spesso difesa da Ernesto Guevara de la Serna, è ancora oggi essenziale per focalizzare la battaglia contro l’imperialismo.

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Traduzione e aggiunte: GFJ
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VIDEO: Il Che e l’imperialismo

Oggi il mondo sta vivendo un momento di riconfigurazione geopolitica e sta nascendo un altro mondo. L’impero statunitense è entrato in una fase di definitivo declino morale, politico, economico e civile. Ma non ancora in termini di guerra, e questo rende un impero stordito e ferito molto più pericoloso.

Per questo l’internazionalismo e l’antimperialismo che abbiamo ereditato dal Che sono più che mai necessari. È non solo necessario, ma anche urgente, promuovere un pensiero strategico che ci faccia capire quali alleanze saranno in grado di risparmiare all’umanità le maggiori sofferenze. Un internazionalismo che contribuisca a rendere il più indolore possibile la nascita di questo nuovo mondo. E questo sarà possibile solo se riusciremo a garantire la caduta dell’impero.

Un impero è un sistema Centro-Periferia transfrontaliero, in un macro-spazio e macro-tempo, la cultura del quale legittima una struttura di scambio ineguale tra il centro e la periferia: economicamente, tra sfruttatori e sfruttati come disuguaglianza; militarmente, tra assassini e vittime, come coercizione; politicamente tra dominatori e dominati, come repressione; culturalmente, tra alienanti e alienati, come condizionamento. Gli imperi hanno caratteristiche diverse. L’impero USA ha una sua precisa fisionomia, espressa nella dichiarazione di uno stratega del Pentagono: “Il ruolo de facto delle Forze Armate USA consisterà nel mantenere il mondo sicuro per la nostra economia e aperto al nostro assalto culturale: a questi fini, uccideremo un bel po’ di gente”. (1) In altre parole, violenza diretta per proteggere la violenza strutturale legittimata dalla violenza culturale. (2) Il Centro sono gli USA continentali e la Periferia è gran parte del mondo. Come qualsiasi sistema, l’impero ha un ciclo vitale che ricorda quello di un organismo: concepimento, gestazione, nascita. Tratto da: Sulla decadenza e caduta dell’impero USA

Ma l’impero resiste, vuole allungare l’agonia del mondo. Con i suoi tentacoli raggiunge l’Europa e l’America Latina sotto forma di neofascismo. Perciò il pensiero del Che dissipa ancora una volta la nebbia e ci indica la strada: non raggiungeremo il mondo nuovo, e ancor meno il socialismo, senza l’internazionalismo e, soprattutto, senza l’antimperialismo.

Diversi Paesi del Sud Globale vedono il loro futuro sempre più legato a Paesi che non fanno più parte della sfera d’influenza occidentale. (v anche: LA GUERRA IN UCRAINA VISTA DAL “SUD GLOBALE”)

Oggi il compito è quello che il Che si è assunto ogni volta che ha fatto i bagagli e si è imbarcato su un aereo per l’Asia, l’Africa, l’America Latina, per consolidare un fronte antimperialista. O come ci ha detto Hugo Chávez: costruire un asse Sud-Sud. Il Sud globale.

L’obiettivo è il socialismo e il percorso è l’internazionalismo. Ma non lo raggiungeremo se prima non rafforziamo l’antimperialismo.


La coscienza come elemento attivo,
come forza materiale con una propria forza;
il Che l’ha imparata con Cuba, con Fidel,
con la Rivoluzione che il popolo
cubano ha materializzato…

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