Cuba non è tra gli indifferenti (+ FOTO e VIDEO)

“Noi cubani abbiamo imparato a difendere la causa palestinese dalla visione internazionalista e umanista del leader storico della nostra Rivoluzione, il Comandante in Capo Fidel Castro Ruz, che è sempre stato un amico della Palestina”.

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Traduzione, adattamento e aggiunte: GFJ
18 novembre 2023

Díaz-Canel ha ribadito agli studenti palestinesi la fratellanza di Cuba con il loro popolo. Foto: Estudios Revolución

Vergogna dell’umanità, promontori che cadono dall’interno dell’anima, campane che dovrebbero suonare per l’intera specie. Non bastano le lacrime, né tanto meno le parole, per alleviare il dolore del popolo palestinese che viene spazzato via in un atto di sterminio perpetrato da Israele.

Per questo motivo, il Presidente della Repubblica di Cuba, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, ha ringraziato di cuore dal Palazzo della Rivoluzione il gruppo di studenti palestinesi che vivono sull’isola e che venerdì pomeriggio hanno condiviso il dolore che li opprime.

Accompagnato dal Primo Ministro, Manuel Marrero Cruz; dal Segretario di Organizzazione del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba, Roberto Morales Ojeda; dal Ministro degli Affari Esteri, Bruno Rodríguez Parrilla – tutti e tre membri dell’Ufficio Politico – e da altri leader della Rivoluzione, il Capo dello Stato si è congratulato con i suoi speciali interlocutori in occasione della Giornata Internazionale degli Studenti.

Foto: Estudios Revolución

Davanti al presidente erano presenti 144 palestinesi che studiano medicina a Cuba, 53 dei quali provenienti dalla Striscia di Gaza. Dal gruppo di giovani sono emerse testimonianze sconvolgenti. Qualcuno ha detto che il giovane medico formato a Cuba, quello che il popolo cubano ha visto al telegiornale parlando da Gaza e che ha detto che “morire per la patria è vivere“, è vivo e combatte per i suoi compatrioti.

Tutti gli studenti che hanno parlato al Palazzo della Rivoluzione lo hanno fatto in uno spagnolo ammirevole. Il primo a farlo ha avvertito che nei media di tutto il mondo si parla di conflitto, di guerra, di scontro, ma quello che sta avvenendo, ha detto, è qualcosa che va oltre la lotta contro 2,2 milioni di palestinesi. “Si tratta di una lotta contro l’umanità stessa.

L’unico modo possibile per il popolo palestinese di godere della libertà, in questo momento, è che le proteste si moltiplichino a milioni in tutto il mondo contro la barbarie che si sta svolgendo sotto gli occhi di tutti”, ha detto il giovane, che ha anche condiviso la certezza che i palestinesi non sono nati per essere sconfitti e che la fiamma della lotta non si spegnerà mai.

Tutti gli interventi sono stati commoventi. Le mani dei giovani tremavano reggendo il foglio con le loro annotazioni; alcuni hanno parlato per puro lamento, per angoscia; uno si è fermato per un lungo e sofferto silenzio e ha chiesto scusa. La sala di Portocarrero è sembrata come intrappolata, per qualche istante, in una gigantesca lacrima.

Foto: Estudios Revolución

Alla fine di ogni intervento si sentiva un “Patria o morte” e “fino alla vittoria sempre“. A un certo punto, una metafora ha invaso la sala: il sogno più profondo di un palestinese è dormire nella sua patria e coprirsi con le stelle del suo cielo. Una bella immagine ha segnato lo svolgimento dell’incontro: gli studenti hanno messo sulle spalle dei leader della Rivoluzione cubana il bellissimo indumento di tessuto che simboleggia il popolo palestinese, lo stesso pezzo bianco e nero che Fidel indossava una volta sulla sua uniforme.

Gli studenti hanno messo sulle spalle dei leader della Rivoluzione cubana il bellissimo indumento di tessuto che simboleggia il popolo palestinese. Foto: Estudios Revolución

L’ambasciatore palestinese a Cuba, Akram Samhan, ha condiviso cifre strazianti durante l’incontro: a Gaza, secondo le statistiche di giovedì pomeriggio, sono già morte 11.470 persone, 4.710 delle quali sono bambini. Il numero dei feriti è salito a 29.000. Tutti gli ospedali nel nord della Striscia di Gaza non funzionano; più di 200 operatori sanitari sono morti; 1,6 milioni di persone sono state sfollate e più del 53% delle case sono state parzialmente o totalmente distrutte.

L'ambasciatore palestinese a Cuba, Akram Samhan, ha condiviso cifre strazianti durante l'incontro. Foto: Estudios Revolución

Cuba è con noi perché ha molta forza“, ha detto il diplomatico, che ha riconosciuto il prestigio del Paese caraibico in tutti i forum internazionali.

Verso la fine di una giornata piena di scosse, il presidente Díaz-Canel ha parlato del dolore che opprime; e ha sottolineato la sua piena fiducia che il popolo palestinese, prima o poi, sarà libero.

Il presidente ha parlato delle motivazioni dell’incontro: estendere un abbraccio di solidarietà, un abbraccio di fratelli. Voi, ha detto agli studenti, siete i fratelli dei nostri figli. La Palestina, ha affermato, può sempre contare su Cuba.

Díaz-Canel ha evocato gli studenti palestinesi che hanno condiviso con lui un’aula universitaria; si è chiesto come stanno, cosa stanno facendo in questo momento; e ha ricordato Che Guevara e la sua convinzione che all’imperialismo non si può concedere nemmeno un po’, perché è questa forza egemonica che manovra ed è complice di tutte le barbarie di questi giorni.

Foto: Estudios Revolución

Nulla può giustificare questa barbarie ed è per questo che deve essere costantemente condannata“, ha sottolineato il Capo di Stato, che ha evidenziato il fatto terribile che due terzi delle vittime sono donne e bambini, perché gli autori di questo olocausto, ha detto, si sono vendicati del presente della Palestina e vogliono cancellare il futuro della Palestina.

Il presidente ha detto ai giovani: “Ci prenderemo cura di voi e faremo tutto il possibile affinché vi laureiate come medici, come specialisti, perché voi siete il futuro della Palestina e faremo tutto il possibile per accompagnarvi nella transizione di successo delle vostre carriere”.

“Per noi, ha detto in un altro momento, è stato importante avere questo incontro con gli studenti palestinesi oggi. Noi cubani abbiamo imparato a difendere la causa palestinese attingendo alla visione internazionalista e umanista del leader storico della nostra Rivoluzione, il Comandante in Capo Fidel Castro Ruz, che è sempre stato un amico della Palestina”.

Gli studenti hanno messo sulle spalle dei leader della Rivoluzione cubana il bellissimo indumento di tessuto che simboleggia il popolo palestinese, lo stesso pezzo bianco e nero che Fidel indossava una volta sulla sua uniforme.

Come diceva Fidel, « è ora di porre fine alla filosofia dell’esproprio, in modo che la filosofia della guerra muoia per mancanza di incentivi.»

VIDEO: Il presidente cubano incontra 144 giovani palestinesi e offre loro sostegno

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