Le elezioni presidenziali siriane si terranno il 26 maggio. Ma gli Occidentali negano la realtà

Alexandre Aoun intervista Alexandre Goodarzy, vicedirettore delle attività di SOS Chrétiens d’Orient.

Fonte (français):
Traduzione: https://oraprosiria.blogspot.com/
Aggiunte: GFJ
21 aprile 2021

v. Constitution syrienne

 Bashar Al Assad: Cuba è e sarà punta di lancia del movimento rivoluzionario

E se, nonostante le pressioni occidentali, Bashar al-Assad andasse verso una rielezione sinonimo di un quarto mandato? Il capo del Parlamento siriano, Hammouda Sabbagh, ha annunciato domenica 18 aprile che le elezioni presidenziali si terranno il 26 maggio. Per il momento, Bashar al-Assad, che governa la Siria dal 2000, è il favorito per le elezioni. Nel 2014, ha trionfato con l’88% dei voti.

Dal 19 aprile altri candidati potranno unirsi alla corsa se ottengono le firme di 35 deputati. Oltre a questo requisito, secondo l’articolo 88 della Costituzione siriana, il candidato deve avere più di 40 anni, essere siriano di nascita. Lui o lei deve anche aver risieduto nel paese negli ultimi dieci anni prima della candidatura e non essere stato condannato da tribunali. Nel 2014, due avversari sono stati autorizzati a correre. Ad oggi, l’Assemblea popolare siriana ha approvato le candidature di Abdallah Salloum Abdallah e Mohammad Firas Yassin Rajouh.

Siria-Cuba: uniti contro l’egemonia degli USA

L’elezione arriva dopo le devastazioni di dieci anni di aspro conflitto. Secondo Alexandre Goodarzy, vice direttore delle operazioni e responsabile dello sviluppo di SOS Chrétiens d’Orient e autore di ‘Guerrier de la paix’ (pubblicato da Le Rocher), la popolazione siriana è avvilita, nonostante queste elezioni:

“Ci sono due tipi di discorso in Siria. C’è quello patriottico con i sostenitori del partito Baath. E c’è il discorso fatalista, per loro queste elezioni non cambieranno nulla. Quest’anno, non ci saranno parate o manifestazioni di massa, questa non è la preoccupazione principale della gente”, spiega a Spuntik.

Il presidente siriano controlla tre quarti del paese. Con l’aiuto dei suoi alleati iraniani, russi e libanesi, ha riconquistato e messo in sicurezza diverse città strategiche. “Controlla la Siria utile“, riassume l’attivista umanitario.

Tuttavia, una parte del territorio gli sfugge. La località di Idlib nel nord-est rimane amministrata da jihadisti filo-turchi e il nord rimane sotto l’influenza turca dall’intervento militare di Erdogan nell’ottobre 2019. L’Est del paese, nel frattempo, è più o meno controllato dalle forze curde, a loro volta sostenute dall’Occidente.

La coraggiosa resistenza del popolo siriano è una necessità essenziale per il destino dell’umanitàMIGUEL PORTO PARGA, AMBASCIATORE CUBANO

 

Alla fine, le elezioni presidenziali siriane non riguardano tutta la Siria. “Una opportunità per Bashar al-Assad”, pensa il nostro interlocutore. Infatti, i siriani che vivono nelle zone amministrate da Damasco tendono ad essere a suo favore, “solo l’opposizione interna a Deraa rimane presente, ma è controllata e contenuta”, sottolinea.

“Non ci saranno sorprese nonostante il desiderio di aprire le elezioni ad altri candidati”, ritiene Goodarzy. Il partito Baath rimane in maggioranza. Ma rimangono diverse piccole formazioni. Sono generalmente di orientamento nasserista e nazionalista, ma “questo non è un grande pericolo per Bashar” agli occhi del membro di SOS Chrétiens d’Orient. Gli altri due candidati presidenziali sono del Partito Socialista Unionista e delle Forze Democratiche Nazionali, due movimenti vicini all’attuale presidente.

“Il governo siriano accusa l’asfissia economica (embargo) di offuscare l’immagine della Siria e, in definitiva, di screditare Bashar al-Assad. Gli Occidentali travisano la realtà siriana. Ignorano quello che succede sul terreno e danno credito a un’opposizione che vive all’estero”, dice l’uomo sul campo.

In effetti, è probabile che l’opposizione siriana eviti le elezioni presidenziali. Un membro dell’opposizione siriana ha persino descritto il voto come una “mascherata”.

Anche l’Occidente si è affrettato a commentare le prossime elezioni. In una dichiarazione congiunta, Stati Uniti, Francia, Germania, Italia e Regno Unito hanno detto a metà marzo che “le elezioni presidenziali siriane previste per quest’anno non saranno libere o giuste, né dovranno portare a una normalizzazione internazionale del regime siriano”. In altre parole, non riconosceranno il verdetto delle urne.

"L'Occidente sta giocando un gioco pericoloso. L'embargo è un'arma a doppio taglio. Imponendo la miseria alla regione, crea i jihadisti di domani"

Dopo aver cercato di rovesciare militarmente il presidente siriano, l’Occidente mantiene dunque la sua pressione sulla Siria attraverso il giogo di sanzioni economiche. Entrata in vigore nel giugno 2020, la legge Caesar impedisce a Damasco di commerciare con il mondo esterno. Così il paese vive in una sorta di “embargo“, spiega il nostro interlocutore. Presente dal 2015 sul terreno, descrive la situazione come “un inferno per la popolazione“. “Tutti i siriani stanno lottando per vivere e nutrirsi”, riferisce.

Mentre la Siria sta soffocando, l’Occidente si limita ad aiutare i paesi ospitanti a gestire il flusso di rifugiati siriani, deplora Alexandre Goodarzy, che si aspetta il peggio: “Non vogliono vedere le conseguenze delle loro azioni”. 

“L’Occidente sta giocando un gioco pericoloso. L’embargo è un’arma a doppio taglio. Imponendo la miseria alla regione, crea i jihadisti di domani”, avverte Alexandre Goodarzy.


Leggi anche:

Siria e Iran si congratulano con Cuba per l’anniversario della Rivoluzione

L’anno 2020 ha visto la celebrazione del 55° anniversario dell’istituzione delle relazioni diplomatiche tra Siria e Cuba.
Cuba e Iran, due paesi che devono affrontare sanzioni unilaterali da parte degli Stati Uniti, hanno un’alleanza strategica e legami di cooperazione bilaterale dal 1979.

Siria, morto il Ministro degli Esteri Walid Moallem. Cordoglio da Cuba, Venezuela, Russia, Iran

Il Ministro degli Affari Esteri della Repubblica di Cuba, Bruno Rodríguez, ha espresso le sue condoglianze per la morte del Ministro degli Esteri Walid Al-Moallem.

Cuba e Venezuela sostengono il ritorno dei profughi siriani per partecipare alla ricostruzione del loro Paese. All’Unione Europea non interessa il rientro in patria dei profughi siriani

Cuba ha ribadito la necessità di fermare la guerra terroristica contro la Siria per facilitare il ritorno dei profughi nel loro paese di origine.

Siria-Cuba: uniti contro l’egemonia degli USA

La Siria e Cuba, come due stati indipendenti, hanno sempre resistito alle politiche e alle azioni egemoniche di Washington.

Cuba: “La coraggiosa resistenza del popolo siriano è una necessità essenziale per il destino dell’umanità”

DISCORSO DELL’AMBASCIATORE CUBANO MIGUEL PORTO PARGA ALLA CELEBRAZIONE DEL 55° ANNIVERSARIO DELLE RELAZIONI BILATERALI TRA CUBA E SIRIA

Cuba e Siria festeggiano 55 anni di relazioni diplomatiche (+VIDEO)

Nel suo discorso, l’ambasciatore cubano a Damasco, Miguel Porto Parga, ha sottolineato la posizione ferma, ferma e solidale del suo paese nei confronti del popolo siriano e la sua legittima leadership nella sua guerra al terrorismo, considerando che la Siria, affrontando il terrorismo, sta difendendo il popoli di tutto il mondo.

Siria e Cuba rafforzano le loro relazioni per affrontare il blocco economico degli USA

L’ambasciatore cubano in Siria, Miguel Porto Parga, ha ratificato la volontà del suo paese di rafforzare le relazioni con la Siria in tutti i campi e ha fatto riferimento alle difficoltà incontrate da entrambi i paesi a causa delle misure coercitive unilaterali imposte dall’amministrazione statunitense.

Giornalista cubano Leonel Nadal: le elezioni riflettono la forza delle istituzioni statali siriane

Il giornalista cubano ha sottolineato che la Siria sta continuando la sua battaglia per liberare le sue terre dal terrorismo e preservare la sua sovranità e integrità territoriale, nonostante le misure economiche unilaterali coercitive imposte da Washington al fine di ostacolare i piani di ricostruzione del paese.

Le sanzioni degli USA contro la Siria, Caesar Act, sono molto simili a quelle della legge Helms-Burton contro Cuba

Gli Stati Uniti hanno deciso di soffocare la Siria, dopo il fallimento di oltre nove anni di guerra nel rovesciare il presidente Bashar al Assad, con l’uso del loro potere militare,

Quando si scuserà il New York Times per i crimini del suo paese all’estero (che da anni avalla su Jugoslavia, Iraq, Libia, Afghanistan, Siria, Ucraina, Venezuela, Cuba, Nicaragua….)?

Criminale la repressione di Trump, come criminale è sempre stata la polizia anche in epoca Obama

 

 

Pubblicato in Attualità, Blocco, Cuba, Internazionale

ARCHIVI